lunedì 22 giugno 2020

LE DEPRESSIONI CONTEMPORANEE - Concetta Elena Ferrante

CORSO DI SPECIALIZZAZIONE SULLA CLINICA DEI NUOVI SINTOMI. Terza Giornata.
Sabato 14 marzo

Il soggetto entra nel legame con l'altro perchè cerca nell'altro ciò che gli manca.Questa è un'illusione "benevola", ma necessaria per entrare nel legame con l'altro. In questo modo il soggetto può sentirsi "completo". Quando l'Altro (l'oggetto) viene a mancare il Soggetto "cade".
La difficoltà ad accettare la perdita, quindi non accettare la propria posizione di finitezza e di mancanza, può portare alla depressione.
Il soggetto perde il "rispecchiamento" con l'oggetto invertito. Cosa vediamo nei soggetti che cadono in depressione a causa della perdita dell'oggetto desiderato? Cambia la percezione dell'immagine che il soggetto ha di sè (ideale dell'Io). La domanda da porsi è la seguente: "ci sono stati antecedenti alla caduta depressiva? Qualcosa era venuto a mancare prima?" E' possibile che ci sia nella storia del soggetto un evento infantile di perdita non elaborato. Il soggetto si è già sentito "cadere", ha già fatto esperienza di una "caduta fallica" che ha intaccato la propria l'immagine; per esempio un bambino è stato travolto da un evento in cui si è sentito "cadere" e che nessuno "ha messo in parola" e ha quindi aiutato ad elaborare. Il trauma si congela nella psiche e il soggetto risponde, costruendosi delle immagini di sè che evitino la "caduta fallica" (ad es. "IO DIVENTERO' LA PIU' BRAVA DI TUTTE").
Sono identificazioni riparatorie che consentono di ricostruire la propria immagine di sè.
Si sta parlando di depressione nevrotica: costruzioni immaginarie che riequilibrano la caduta dell'immagine di sè. Vi è uno scarto tra l'IO e l'Ideale dell'IO: il soggetto tende ad aderire ad un Ideale per collegarsi al desiderio dell'Altro. Quando questo Ideale cade si scontra col precedente vissuto.
Nella contemporaneità c'è la tendenza a compattarsi massicciamente intorno a qualcosa che aiuti a superare la depressione (l'Io ascetico è un modo "assoluto" per difendersi dalla depressione).
Sul piano della cura è fondamentale andare a cercare l'evento precedente evocato dalla "caduta" contingente. Il soggetto nevrotico si lascia rappresentare dalla mancanza e dal linguaggio.
Il soggetto perde una parte di Sè per aderire all'Altro (cultura, linguaggio) e da questo nasce il desiderio per l'oggetto. E' dalla separazione tra Soggetto e Altro che nasce il desiderio. Entrambi sono mancanti di qualcosa (alienazione/separazione). Nel lutto c'è un "buco nel reale" e il processo di elaborazione è simbolico.
Nella psicosi/melanconia il soggetto è impossibilitato a portare avanti il processo di separazione/alienazione che, se compiuto lo porterebbe ad accedere al desiderio dell'altro.
In questo caso non è avvenuta la separazione simbolica dall'altro. Nella melanconia e nella psicosi al soggetto è mancato "l'operatore" (il Nome del Padre) che consente la separazione da cui si produce il soggetto mancante e l'oggetto da desiderare. Il soggetto è completamente "alienato" o completamente "separato". Si verifica una impossibilità a dialogare con l'altro. Quando la persona è "vicina" è completamente vicina; quando è "lontana" è completamente lontana. Il melanconico ha un senso di colpa non riparabile, la colpa di esistere, vive la Legge come un ideale alla quale egli appare indegno: nessuna legge può sanzionare la colpa del soggetto melanconico. Nella depressione nevrotica il senso di indegnità è legato all'impossibilità di aderire al desiderio dell'altro. Il delirio di indegnità non è in relazione all'altro: vi è coincidenza tra la propria esistenza e il NULLA.
Forclusione etica della responsabilità : non si può responsabilizzare il melanconico.

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