venerdì 8 dicembre 2017

IL BAMBINO ARRABBIATO

"IL BAMBINO ARRABBIATO" di Alba Marcoli è un libro di favole per adulti per capire le rabbie infantili, proprie e dei nostri figli. Oltre ad essere una piacevole lettura è una guida che un genitore o un educatore può utilizzare per esplorare il mondo delle emozioni "negative" dei bambini.
Il libro parte dal presupposto che " non ogni rabbia vien per nuocere!"
Compito di noi adulti è quello di aiutare il bambino "arrabbiato" a trasformare la sofferenza, espressa dalla rabbia ad evolvere in modo costruttivo.
Talvolta la rabbia nasce dal bisogno di esprimere e di comunicare stati d'animo più profondi: l'angosca, il dolore, l'impotenza, la paura dell'abbandono, la separazione dei genitori, ecc.

Ecco che nella prima favola, "Il cucciolo che aveva paura delle macchie nere" si racconta della paura dell'abbondono, della paura di sentirsi soli e impotenti; la seconda favola "Il camoscio che non voleva dormire, racconta la difficoltà di addormentarsi; la favola de "L'orsetta golosa" parla del rapporto col cibo e dell'uso del cibo come comunicazione. 

E così scrivendo l'Autrice costruisce, attraverso le 15 favole di questo libro, un percorso leggero e profondo allo stesso tempo che può veramente aiutare chiunque sia in ascolto di sè stesso e degi altri a capire di più del proprio e altrui mondo interiore. Buona lettura!


sabato 28 ottobre 2017

ATTEGGIAMENTI E STRATEGIE

SCEGLIETE LA FRASE CHE PIU' VI RAPPRESENTA

(SIATE SINCERI CON VOI STESSI E NON ESPRIMETE NESSUN GIUDIZIO)
  1. DEVO STARE IN GUARDIA 

  2. GLI ALTRI NON MI GRATIFICANO

  3. SONO DIVERSO E NON MI IMPORTA QUELLO CHE PENSI TU 

  4. HO IL DIRITTO DI ROMPERE LE REGOLE

  5. GLI ALTRI SONO QUI PER SERVIRMI E AMMIRARMI

  6. SONO SPECIALE

  7. LE PERSONE MI RIFIUTANO

  8. HO BISOGNO DEGLI ALTRI PER SOPRAVVIVERE

  9. NON DEVO SBAGLIARE

     


SOLO DOPO AVER SCELTO LA FRASE CHE PIU' VI RAPPRESENTA FATE UNA VALUTAZIONE UTILIZZANDO LA GRIGLIA SEGUENTE.


ATTEGGIAMENTO DI BASE : FRASE N.1
STRATEGIE TROPPO SVILUPPATE: VIGILANZA - SFIDUCIA - SOSPETTO
STRATEGIE POCO SVILUPPATE: SERENITA' - FIDUCIA - ACCOGLIENZA


ATTEGGIAMENTO DI BASE : FRASE N.2
STRATEGIE TROPPO SVILUPPATE: AUTONOMIA - ISOLAMENTO
STRATEGIE POCO SVILUPPATE: INTIMITA' - RECIPROCITA'


ATTEGGIAMENTO DI BASE : FRASE N.3
STRATEGIE TROPPO SVILUPPATE: DISTACCO - ANAFFETTIVITA' - ISOLAMENTO
STRATEGIE POCO SVILUPPATE: SOCIALITA' - CALORE - COINVOLGIMENTO


ATTEGGIAMENTO DI BASE : FRASE N.4
STRATEGIE TROPPO SVILUPPATE: COMBATTIVITA' - SFRUTTAMENTO DEGLI ALTRI
STRATEGIE POCO SVILUPPATE: EMPATIA - RECIPROCITA' - SENSIBILITA' SOCIALE


ATTEGGIAMENTO DI BASE : FRASE N.5
STRATEGIE TROPPO SVILUPPATE: ESIBIZIONISMO -ESPRESSIVITA' - SUPERFICIALITA' -
STRATEGIE POCO SVILUPPATE: RIFLESSIONE - CONTROLLO - SISTEMATICITA'


ATTEGGIAMENTO DI BASE : FRASE N.6
STRATEGIE TROPPO SVILUPPATE: AUTO ESAGERAZIONE - COMPETIZIONE
STRATEGIE POCO SVILUPPATE: CONDIVISIONE - IDENTIFICAZIONE CON IL GRUPPO


ATTEGGIAMENTO DI BASE : FRASE N.7
STRATEGIE TROPPO SVILUPPATE: VULNERABILITA' SOCIALE - INIBIZIONE - EVITAMENTO
STRATEGIE POCO SVILUPPATE: SICUREZZA DI SE' - SOCIEVOLEZZA


ATTEGGIAMENTO DI BASE : FRASE N.8
STRATEGIE TROPPO SVILUPPATE: BISOGNO DI AIUTO E DI AGGRAPPARSI AGLI ALTRI
STRATEGIE POCO SVILUPPATE: AUTOSUFFICIENZA - MOBILITA'

 
ATTEGGIAMENTO DI BASE : FRASE N.9
STRATEGIE TROPPO SVILUPPATE: CONTROLLO - RESPONSABILITA' - SISTEMATICITA'
STRATEGIE POCO SVILUPPATE: SPONTANEITA' - ALLEGRIA

sabato 30 settembre 2017

VALUTATE LA VOSTRA FORZA D'ANIMO

SIETE RESILENTI ?
(dare un punteggio da 1= pochissimo a 5 = molto)

  • mi adatto rapidamente; mi riprendo rapidamente dalle difficoltà __    

  • sono ottimista, considero le difficoltà temporanee, mi aspetto di superarle e che la situazione ritorni favorevole __ 

  • in una crisi mi calmo e cerco di fare le mosse più opportune __  

  • sono bravo nel risolvere i problemi seguendo la logica __

  • mi piacciono le sfide; ho fiducia nell'intuito __

  •  mi piace scherzare, ho senso dell'umorismo, posso ridere di me stesso __

  • sono curioso, mi piace sperimentare e conoscere cose nuove __ 

  • Imparo continuamente dalla mia esperienza e da quella altrui __

  • sono flessibile e accetto i miei stati d'animo interiori __ 

  • anticipo i problemi per evitarli e mi aspetto anche situazioni impreviste __

  • riesco a tollerare situazioni incerte e ambigue __     

  • ho fiducia in me stesso  e mi stimo __

  • so ascoltare senza giudicare; posso adattarmi a persone molto diverse __  

  • riesco a manifestare i miei sentimenti agli altri  __    

  • ho uno spirito indipendente, procedo anche quando i tempi sono duri __  

  • le difficoltà mi hanno reso più forte e migliore __

  • modifico la sfortuna in buona fortuna  ___  

Totale punti   _____

70 o più  = molto resilente  60/70 = superiore alla media  50/60 = lento, ma adeguato
40/50 = stai lottando  40 o meno = cerca aiuto

giovedì 28 settembre 2017

PARLIAMO DI.... RESILENZA

"Resilenza" è una parola usata in edilizia e sta ad indicare la proprietà dei materiali di conservare la propria struttura quando sottoposti a sollecitazioni negative.

In campo psicologico si parla di resilenza per indicare una persona capace di sopportare un evento traumatico e di ricostruirsi a partire da esso.

Una persona resilente riesce, in situazioni di stress o traumi, a dare risposte flessibili che si adattano alle diverse circostanze ed esigenze del momento.

La resilenza è un tratto della personalità composito, in cui convergono fattori di varia natura che con la loro azione congiunta mobilitano le risorse dei singoli, dei gruppi e delle comunità.

La persona resilente è capace di trarre dalle esperienze negative insegnamenti utili, senza lasciarsi abbattere o spaventare più del necessario, mantenendo inalterata la propria sensibilità, la capacità di reagire, la fiducia in sè stessi e negli altri.

Un tratto tipico della resilenza è la capacità di orientarsi verso il compito invece di ripiegarsi su sè stessi e chiudersi verso l'esterno.

Sono fattori "protettivi" cioè che favoriscono la resilenza:
  • le attività di gioco e quelle espressive
  • il senso dell'umorismo e l'autoironia
  • la libera espressione dei sentimenti e delle emozioni
  • l'identità di gruppo (la solitudine morale è assai più distruttiva della povertà)
  • il supporto sociale 
  • il gusto per la sfida, cioè la disposizione a considerare il cambiamento una condizione naturale della vita che incentiva la crescita individuale.

sabato 16 settembre 2017

LA TEORIA DELL'ATTACCAMENTO DI BOWLBY

Il concetto di "attaccamento" definisce la tendenza innata a stabilire dei legami con individui della stessa specie. La teoria dell'attaccamento di Bowlby spiega il legame madre-bambino nel primo anno di vita, che in quanto legame primario andrà ad influenzare i futuri legami affettivi dell'individuo adulto.
 
Ad una madre libera, autonoma, sensibile, accudente, rassicurante  corrisponde un figlio sicuro, esploratore, libero di andare e venire, adattabile, capace di mantenere il contatto reciproco. Se la madre si allontana il bambino protesterà, ma accetterà di farsi consolare da un'altra persona che lo accudisce al posto della madre; quando poi  la madre ritorna dal figlio egli sarà ben contento di riabbracciarla.

Ad una madre ambivalente, insicura che oscilla dall'essere saltuariamente disponibile ad avere un comportamento intrusivo e simbiotico, corrisponde un bambino irritato e arrabbiato che al momento della separazione dalla madre piange e che si dimostra inconsolabile anche quando ritrova la madre, oppure che diventa estremamente passivo. E' un bambino "invischiato" che non riesce a "prendere le distanze", a muoversi ed esplorare liberamente perchè ha la necessità/bisogno di vicinanza e controllo; allontanarsi per questo bambino significa perdere i propri confini.

Ad una madre evitante e poco accogliente, distaccata che allontana il figlio quando ha bisogno di aiuto, che non risponde alle sue richieste di contatto fisico e di accudimento corrisponde un bambino che a sua volta evita la vicinanza del genitore e il contatto fisico; è un bambino che non protesta alla separazione dalla madre, che vive uno stato di profonda solitudine; si profila come un bambino forzatamente autonomo, che non chiede aiuto quando ne ha bisogno, che impara a nascondere le proprie emozioni e a reprimere il bisogno di protezione e conforto.

Ci sono poi madri  che a causa di lutti o traumi non elaborati riflettono nel comportamento di accudimento i loro sentimeti di dolore, paura o estraneamento restituendo una immagine di sè "spaventante" e minacciosa. Il bambino che percepisce il genitore come minaccioso costruirà a sua volta un'immagine di sè di vittima. Nel caso in cui sia la madre a trarre conforto, in alcuni momenti,  dalla vicinanza del figlio allora potrà accadere che il figlio costruisca un'immagine di sè come salvatore del genitore debole e vulnerabile. In questo caso si parla di bambini  insicuri e disorganizzati in quanto il loro comportamento appare apparentemente senza spiegazione e non finalizzato.

mercoledì 6 settembre 2017

PROVE DI IDENTITA'

"IO, BAMBINO, DEVO SENTIRE CHE TU, MAMMA SENTI QUELLO CHE IO SENTO"
Questa semplice frase è la base sicura da cui il bambino parte per costruire la propria identità e dalla quale inizia il suo percorso verso l'autonomia.
La capacità del Genitore di sentire ciò che il Figlio sente si chiama Empatia.
L'esperienza emotivo-affettiva è il fondamento di quella intellettiva.
La conoscenza è prima irrazionale e poi razionale, l'apprendimento è inconscio prima ancora di essere conscio.
Senza passioni ed emozioni, i pensieri e le azioni non possono strutturarsi nè realizzarsi.
Le emozioni sono le artefici, le guide e le organizzatrici interne delle nostre menti.
Il bambino impara a riconoscere le proprie emozioni, a dare loro un nome, a contenerle, pensarle e gestirle attraverso la relazione primaria con la madre che sente e pensa per lui: la madre riceve le impressioni emotive e sensoriali del neonato e le elabora per restituirle al figlio in una forma che il neonato possa mettere dentro di sè (reverie) . Insieme alle proprie esperienze emotive rese pensabili, il bambino mette dentro di sè anche l'immagine di una madre accogliente e comprensiva con la quale identificarsi e sviluppare così la sua capacità di pensare.
Nella relazione primaria madre-figlio lo scambio empatico nella comunicazione permette alle emozioni di passare dall'uno all'altro, fornendo l'impalcatura per la costruzione dell'identità del bambino.
Una madre "sufficientemente buona" (Winnicott) si coinvolge emotivamente per capire e corrispondere ai bisogni del bambino. Questa condizione psicologica della madre è inconscia, ma già presente durante la gravidanza e prosegue fino a che il bambino ha una dipendenza assoluta dalla madre. Questa fase termina quando il bambino inizia a comunicare i propri bisogni.
(per questo post ho preso come riferimento il libro di Filippo Pergola, Un insegnante quasi perfetto)

mercoledì 23 agosto 2017

CRESCITA E SVILUPPO - STADIO DELLA RIGENERAZIONE, DELL'ESPANSIONE E DEL CONSOLIDAMENTO (DAI 13 AI 19 ANNI)

I BISOGNI E LE METE DI SVILUPPO IN ADOLESCENZA

 La conquista della piena autonomia, l'unificazione degli stati dell'io, l'integrazione sociale, avere relazioni sociali gratificanti, vivere una sessualità soddisfacente, abbracciare ideali e valori che concorrino alla propria realizzazione sono alcuni dei compiti di sviluppo di questa fase della vita.
I sentimenti dei giovani in questa fase della vita sono caratterizzati da una forte ambivalenza, i loro comportamenti possono apparire fortemente contraddittori, i modelli di riferimento con i quali confrontarsi o da imitare diventano degli idoli  assoluti. 
E' possibile che in questo periodo il contesto familiare diventi un terreno di scontro generazionale fra genitori e figli , mentre sempre più importanza acquisiscono il gruppo dei pari, l'amico del cuore e il/la boy/girl - friends.

 Le mete di sviluppo di questa fase sono:
  • l'elaborazione dei problemi in precedenza non risolti
  • acquisire informazioni e fare esperienze sessuali
  • attuare una sempre maggiore separazione dalla relazione con i genitori
  • raggiungere una piena integrazione dell’identità personale

I COMPITI DEI GENITORI
In questa fase è importante mantenere una visione ampia del percorso di crescita che i figli stanno compiendo e non far mancare loro il sostegno e la fiducia anche nella divergenza.

I messaggi positivi da inviare :
  •  è OK crescere
  •  puoi essere una persona  sessuale e avere ancora dei bisogni
  •  puoi essere separato e sapere di essere il benvenuto se e quando tornerai a casa di nuovo
  •  é OK essere responsabile di bisogni, sensazioni,comportamenti
  •  é OK avere i propri principi morali



 I BISOGNI DEI GENITORI
 Anche negli Adulti possono "ripresentarsi" bisogni "adolescenziali", in particolar modo quando si trovano ad affrontare periodi in cui vivono nuovi aspetti morali o attuano nuove abilità, stanno lasciando una relazione, una casa, un' attività, una località, quando sono alla fine di qualche processo o hanno figli adolescenti.

martedì 22 agosto 2017

CRESCITA E SVILUPPO - STADIO DELL'ATTIVITA' CREATIVA E DELLO SVILUPPO DI ABILITA' E COMPETENZE (6 - 12 ANNI)

I BISOGNI E LE METE DI SVILUPPO DEL BAMBINO
Con l'inizio della scuola elementare comincia un lungo periodo in cui il bambino impiega gran parte del suo tempo a capire e a confrontarsi con la realtà al di fuori della famiglia.
I bambini sono desiderosi di crescere, apprendere nuove competenze e abilità, a sviluppare relazioni con i loro coetanei. Sono molto attenti alle differenze nell'aspetto fisico e ai ruoli all'interno delle relazioni sociali. 
La competizione è una caratteristica di questa fase.
La formazione dell'immagine di sè è in rapporto a competenze (scolastiche, atletiche, artistiche, sociali) e abilità e determina la posizione sociale nel gruppo dei pari.
I bambini e le bambine tendono a formare gruppi separati; questa separazione permette loro di identificarsi meglio con il proprio sesso.
Il pensiero assume connotazioni sempre più logiche e razionali (stadio del pensiero operatorio concreto, Piaget) che gli consente di comprendere una serie di regole sociali. Si sviluppa una maggiore empatia: il bambino diventa più abile nel considerare il punto di vista altrui e ha un maggiore controllo delle sue emozioni. Si forma il senso morale; il bambino è interessato ai diversi ruoli sociali, a comprenderne significato e funzioni, diventa capace di organizzare i suoi comportamenti in vista di un obiettivo e si impegna a raggiungerlo.

Le mete di sviluppo di questa fase sono:
  • sperimentare modi diversi di fare le cose
  • sviluppare nuove abilità fisiche, intellettuali e sociali
  • decidere quali valori sono adatti a sè stesso
  • costruire una propria morale
  • fare errori per imparare
  • avere contatti contatti con persone al di fuori del proprio ambiente familiare




I COMPITI DEI GENITORI
In questa fase è importante che i genitori aiutino il bambino a consolidare la propria personalità mandando messaggi positivi:
  •  puoi pensare prima di fare diventare tua una regola
  •  puoi farcela; puoi scoprire un tuo modo di fare le cose
  •  fidati delle tue sensazioni e dei tuoi sentimenti
  •  é OK fare le cose a modo tuo
  •  puoi avere pareri diversi dai miei
  • é OK che tu abbia i tuoi principi morali
Occorre discutere costruttivamente  del suo comportamento e delle decisioni da lui prese, aiutarlo ad affrontare la pressione del gruppo dei coetanei e ad organizzare il proprio tempo.

I BISOGNI DEI GENITORI
Come i bambini tra i 6 e i 12 anni anche gli adulti hanno bisogno periodicamente di apprendere e sviluppare nuove abilità e competenze, decidere quali valori fare propri e quali obiettivi perseguire. Fare questo comporta il confronto con i metodi e la morale degli altri.
Questo stadio è significativo per persone che vogliono apprendere nuove competenze, cambiano cultura e allevano bambini in questa fase della crescita.
(fine sesta parte)

lunedì 21 agosto 2017

CRESCITA E SVILUPPO - STADIO DELL'IDENTITA', DELLA SOCIALIZZAZIONE E DELLA INDIVIDUAZIONE (3 - 6 ANNI)

I BISOGNI E LE METE DI SVILUPPO DEL BAMBINO
In questo stadio i bambini beneficiano dei cambiamenti fisici collegati al loro sviluppo; le abilità motorie di base si sono sviluppate così come anche il linguaggio. Ciò incrementa il senso di autonomia e di sicurezza.
Il bambino ancora non dispone del pensiero logico, ma può cogliere alcuni semplici rapporti di causa effetto. Egli ama fantasticare e fare uso dell'immaginazione (amico immaginario). In questo stadio i bambini cominciano a chiedere il "perchè" delle cose e questo loro continuo domandare ha diversi scopi: esercitare il pensiero, scoprire se gli adulti hanno una risposta per tutto e, soprattutto, soddisfare la loro curiosità.
Dal punto di vista emotivo-sociale, il bambino aumenta la sua capacità di sostituire le figure primarie con altre o con simboli che le rappresentano; le figure primarie vengono interiorizzate e si forma la capacità di pensare al genitore lontano. Aumenta quindi la consapevolezza della propria individualità. Il bambino incomincia ad esprimere verbalmente sentimenti e stati d'animo. Si sviluppa l'identificazione col genitore dello stesso sesso.
Dal punto di vista sociale, il bambino è in grado di stabilire relazioni serene con altri bambini e adulti al di fuori della famiglia. E' in grado di interagire e giocare in modo cooperativo, si impegna in giochi di finzione ed esplora ruoli sociali diversi. Impara i concetti di giusto e sbagliato, buono e cattivo. Ha una coscienza di sè sempre più chiara e inizia a valutare il proprio comportamento in relazione agli altri.
In sintesi i bisogni dei bambini in questo stadio sono:
  • decidere la propria posizione all'interno della famiglia e della società a partire dalla percezione di essere separati (io sono OK - tu sei OK)
  • ridefinire e aggiornare la propria identità
  • sviluppare le proprie abilità comunicative
  • identificare la propria sessualità
  • espandere l'immaginazione e distinguere tra fantasia e realtà
  • conquistare le prime competenze nel controllo degli impulsi
  • sperimentarsi nelle relazioni sociali
  • prendere coscienza del proprio potere come persona valutando le conseguenze del proprio comportamento
  • valutare il proprio modo di essere; sano, malato, maschio, femmina, potente, impotente.

I COMPITI DEI GENITORI 
  • rispondere alle domande dei bambini  stimolando la loro capacità di riflessione e di soluzione autonoma dei problemi;
  • rispettare l'unicità e le qualità del bambino, promuovendo comportamenti sociali adeguati;
  • aiutare i bambini a distinguere tra fantasia e realtà fornendo informazioni chiare su ciò che è reale e ciò che non lo è;
  • non usare il meccanismo della disconferma minimizzando l'altro o le sue capacità o la situazione problematica;
  • sostenere il bisogno di esplorazione del bambino sia in senso individuale sia in senso sociale;
  • aiutarlo ad esprimere i propri pensieri e i propri sentimenti senza averne paura;
  • insegnargli a riconoscere le conseguenze del proprio comportamento.

I BISOGNI DEI GENITORI
L'adulto che sperimenta questa fase vuole riscoprire chi è, cosa significa essere del proprio sesso, sperimentarsi nelle relazioni sociali, considerare aspetti quali il proprio potere, l'essere pazzo o magico, l'essere sano o malato, dare un nome alle sue paure.
(fine quinta parte)

sabato 12 agosto 2017

CRESCITA E SVILUPPO - STADIO DELLA PRIMA SEPARAZIONE (18 MESI - 3 ANNI)

I BISOGNI E LE METE DI SVILUPPO DEL BAMBINO
Il bambino ha bisogno di imparare ad usare il proprio potere di di "pensare" e di "sentire", di usare le proprie risorse interne per risolvere i problemi, stabilire un senso di identità indipendente e autonoma, senza dover rinunciare al sostegno dei propri genitori. In questo processo il bambino comincia a separarsi opponendosi a tutto quello che i genitori vogliono (la fase del  "no"). Normalmente l'opposizione più forte è nei confronti della madre, perchè è con lei che il bambino ha instaurato la prima relazione simbiotica. Il bambino capisce che gli altri sono diversi nel loro modo di pensare solo dopo che essi hanno spiegato il loro pensiero. Il bambino non è ancora è in grado di "mettersi nei panni dell'altro" e non ha raggiunto una piena capacità empatica. In questo stadio il bambino sperimenta e capisce che ha dei limiti e non può gestire il mondo da una posizione di onnipotenza. Egli impara che non può sopravvivere da solo.
In questa fase si consolida la fiducia nella possibilità di essere accolti e protetti nei momenti di bisogno, pur manifestando la propria diversità.

 I COMPITI DEI GENITORI
In questa fase di separazione è importante essere flessibili alle richieste del figlio ed essere fermi in relazione a ciò che può costituire un pericolo. E' importante permettere al bambino di essere separato da loro, esprimere la sua negatività e ambivalenza, pur se questo può generare sentimenti di rabbia.
Ecco alcuni esempi di incoraggiamento alla responsabilizzazione del bambino:
  1.  incoraggiare il bambino ad utilizzare il pensiero logico e consequenziale (legame causa - effetto): "se cammini con le scarpe infangate, sporcherai il pavimento e dovrai pulirlo";
  2. dare regole in modo chiaro, congruente e allo stesso tempo amorevole. Dire al bambino "fai così" piuttosto che "non fare", dire "fai attenzione" piuttosto che "non farti male";
  3. inviare permessi per pensare e sentire: "sono contento che ti separi da me", "fai bene ad esprimere le tue emozioni", fai bene a pensare con la tua testa"

I BISOGNI DEI GENITORI
L'oppositività e la negatività del bambino, in questa fase di sviluppo, può irritare e stancare i genitori.
E' importante che essi sappiano gestire i propri sentimenti, evitando di litigare fra di loro.
Quando i genitori si confrontano con questa fase della crescita individuale del bambino, ritornano a sperimentare il loro vissuto riguardo alla dipendenza, alla separazione e alla rabbia.
I genitori si devono sostenere tra loro e devono parlare dei loro sentimenti, prestando maggiore attenzione ai loro bisogni. L'adulto che risperimenta  questo stadio di sviluppo ha bisogno di stabilire un  nuovo senso di indipendenza, individualità e separazione, ha la necessità di stabilire e distinguere tra ciò che è proprio e ciò che è degli altri. Il terzo stadio è significativo per le persone che stanno rompendo una relazione di dipendenza ( fidanzamento, matrimonio, amicizia), che stanno sviluppando una nuova posizione personale, che stanno allevando un bambino di questa età.
(fine quarta parte)

venerdì 11 agosto 2017

CRESCITA E SVILUPPO - STADIO DELL'ESPLORAZIONE (18 - 24 MESI)

I BISOGNI E LE METE DI SVILUPPO DEL BAMBINO
In questa fase, accanto ai bisogni legati al nutrimento, comincia a svilupparsi il bisogno di esplorare, di  nutrire i sensi, di fare e agire sulle cose (toccare, odorare ecc.). Questa fase è importante per la costruzione dei primi rudimentali pensieri; il bambino, iniziando la sua avventura esplorativa del mondo, comincia a scoprire le prime connessioni tra pensiero e azione.
La prima esplorazione è rivolta verso sè stesso: il bambino scopre le mani, i piedi, la bocca, l'effetto del pianto, la direzione dei suoni, ecc. E' curioso di ogni cosa che lo circonda e che colpisce i suoi sensi. Il bambino si diverte ad esplorare gli oggetti che formano il suo mondo guardandoli, manipolandoli e portandoli alla bocca.
Tra i 12 e i 18 mesi si hanno due grandi conquiste: la locomozione eretta e la comunicazione verbale.
Camminare permette al bambino di espandere il campo dell'esplorazione; la conquista della parola gli permette un maggiore controllo sulla realtà: può esprimere desideri, intenzioni, volontà.
Il processo di differenziazione avanza: il bambino si individua più chiaramente come persona; non solo la madre è distinta da sè, ma anche il resto del mondo comincia ad essere percepito come separato.

I COMPITI DEI GENITORI
In questa fase il bambino si comporta come un "piccolo esploratore" di conseguenza il compito dei genitori è quello di assecondare la naturale curiosità del bambino, incitandolo ad apprendere e rinforzando la sua capacità di fare, ma anche individuare un equilibrio tra i bisogni di esplorazione e quelli di protezione del bambino (due "sì" per ogni "no"). In questa fase non è produttivo spendere molto tempo ed energie nel tenere il bambino pulito e ordinato. E' più importante rendere sicuro l'ambiente in cui il bambino esplora e fornire valide alternative di gioco per distrarlo da situazione pericolose. Il gioco è un grosso stimolo per la sperimentazione: da prediligere giocattoli semplici, costruiti con materiali grezzi o addirittura oggetti della quotidianetà (tappi, barattoli, mestoli, coperchi, ecc.). Le favole inoltre sono un'importante occasione per inviare al bambino messaggi positivi e per creare una positiva interazione e intimità tra genitore e figlio.

I BISOGNI DEI GENITORI
Nutrire i sensi  attraverso azioni specifiche continua per tutta la vita ed è legato al potere di fare le cose, di agire, di trovare alternative alla soluzione dei problemi e di seguire le proprie esigenze interiori piuttosto che quelle socialmente accettate. E' importante che i genitori sappiano ritagliarsi degli spazi in cui distrarsi e occuparsi di sè stessi. 
Questo stadio viene "risperimentato" da persone che entrano in un nuovo ambiente, che stanno apprendendo nuove abilità, che stanno raggiungendo un nuovo livello di indipendenza o che stanno allevando un bambino in questa fase di esplorazione.

mercoledì 9 agosto 2017

CRESCITA E SVILUPPO - STADIO DELL'ESISTERE (0-6 MESI)

I BISOGNI E LE METE DI SVILUPPO DEL BAMBINO
In questa fase il bambino esprime dei bisogni primari: bisogni fisiologici, bisogni orali, il bisogno di essere accudito, curato, di ricevere attenzione e cure. Rispondere a questi bisogni è fondamentale per la sua esistenza. Dalle risposte che riceverà alle sue richieste e ai suoi bisogni dipenderà la percezione di "meritare di esistere" così com'è. I genitori con le loro risposte appropriate rafforzeranno il senso di adeguatezza del bambino e lo confermeranno sul piano dell' ESSERE.
Il neonato che sente capiti e accolti i propri bisogni in una relazione di ATTACCAMENTO sana e genuina con almeno un adulto significativo svilupperà la fiducia in sè stesso (i miei bisogni possono esssere accolti), fiducia negli altri (gli altri accoglieranno i miei bisogni) e fiducia nel mondo (questo è un mondo in cui io posso vivere).
Decidere che va bene esistere e fidarsi, è il primo passo verso lo sviluppo dell' AUTOSTIMA.
Una buona DIPENDENZA è la base per una buona INDIPENDENZA futura.
 
I COMPITI DEI GENITORI
  • offrire carezze positive al bambino rispondendo prontamente ai suoi bisogni fisiologici (fame,sete, igiene) e ai suoi bisogni di contatto fisico (accarezzare, abbracciare, toccare, parlare, ecc.)
  • dare permessi "per esistere" attraverso messaggi verbali e non verbali che affermano l'accettazione incondizionata del bambino per quello che è



I BISOGNI DEI GENITORI
Crescere un neonato non è un campito facile: accanto alla gioia c'è anche un notevole dispendio di energie e i genitori hanno bisogno di aiuto.
Il primo stadio viene risperimentato da persone che si trovano in un periodo di rapidi cambiamenti,  all'inizio di un nuovo processo , persone stanche, malate osotto stress, donne incinte o che stanno accudendo un neonato. Durante questo stadio possono riemergere sentimenti legati alla dipendenza e alla cura di sè, al bisogno di essere accuditi e coccolati; in sintesi si ha bisogno di rifornirsi di energia attraverso l'intimità, il contatto fisico e i messaggi sul piano dell'essere del tipo "tu esisti".
(fine seconda parte)

martedì 8 agosto 2017

CRESCITA E SVILUPPO - IL CICLO EVOLUTIVO SECONDO PAMELA LEVIN

La crescita umana è un ciclo di sviluppo composto di stadi che cominciano nell'infanzia fino all'età adulta e poi si ripetono continuamente nel corso della vita. Ogni stadio è caratterizzato da specifici temi o compiti di sviluppo. La RISPERIMENTAZIONE  di uno stadio permette la rielaborazione di contenuti specifici relativi a fasi precedenti e la soddisfazione di specifici bisogni ad un livello sempre più evoluto ed articolato.
Pamela Levin individua 6 stadi che vanno dall'infanzia all'adolescenza. Il 7° ed ultimo stadio è quello che va dai 19 anni alla vita adulta. Le persone che entrano nel settimo stadio hanno completato il primo ciclo di sviluppo e ripetono continuamente i primi 6 stadi affrontando gli stessi temi specifici e compiti di sviluppo, ad un livello più evoluto e sviluppando una maggiore efficacia.

Essere genitori fa ritornare ai bisogni e alle angosce che caratterizzano la fase evolutiva del proprio bambino e questo può essere doloroso. Se però i genitori riconoscono questi bisogni per quello che sono, avranno l'opportunità di riaffrontare i problemi da loro vissuti in quello stadio e di trovare una soluzione migliore di quella individuata nel passato. In quanto persone adulte si possono sentire, scoprire e soddisfare più adeguatamente i propri bisogni. 
  1. STADIO DELL'ESISTERE (0 - 6 mesi)
  2. STADIO DELL'ESPLORAZIONE (6 - 18 mesi)
  3. STADIO DELLA PRIMA SEPARAZIONE (18 mesi - 3 anni )
  4. STADIO DELLA SOCIALIZZAZIONE, DELL'IDENTITA' E DELL'IMMAGINAZIONE          (3 - 6 anni)
  5. STADIO DELL'ATTIVITA' CREATIVA E DELLO SVILUPPO DI ABILITA' E COMPETENZE   ( 6 - 12 anni)
  6. STADIO DELLA RIGENERAZIONE, DELL'ESPANSIONE E DEL CONSOLIDAMENTO (dai 13 ai 19 anni)
(fine prima parte)

giovedì 3 agosto 2017

IL VALORE DEL RISPETTO NELLA RELAZIONE EDUCATIVA

Rispettare la personalità in formazione del bambino significa:
- rispettare la sua UNICITA', la sua diversità e separatezza
- aiutare il bambino a riconoscere ed elaborare i sentimenti come la rabbia, la tristezza, la gelosia, la paura, piuttosto che deriderli, negarli o ignorarli


- non fare paragoni sgradevoli con altri compagni e non etichettare un bambino con espressioni del tipo: "pecora nera", "ciccione" , ecc.
- accettare i primi segni di maturità fisica che si verificano in adolescenza e accoglierli con comprensione
- non svalutare la comunicazione di un bambino: banalizzare, fingere di non sentire, cambiare argomento,  interromperlo quando parla, parlare al suo posto, ridicolizzarlo, negare con i fatti ciò che si dice a parole
- riconoscere l'importanza della comunicazione nell'infanzia attraverso l'uso di un linguaggio concreto e chiaro, coerente e onesto, facilmente comprensibile dal bambino
- riconoscere la gradualità dei ritmi di crescita del bambino tenendo conto della gradualità delle capacità di comprensione, contenimento ed elaborazione di ciò che vede, sente e vive.

venerdì 28 luglio 2017

PROMUOVERE LA FIDUCIA

Ci sono messaggi positivi per ESISTERE che si possono inviare tramite il LINGUAGGIO e che sono importanti in tutto l'arco della vita:

  • sono contento di averti conosciuto - sei importante - mi fa piacere stare con te - ti voglio bene - sono felice che tu sia qui - mi piace lavorare con te - ti ho pensato - credo che tu sia un' ottima persona - è bello incontrarti .

Ci sono messaggi positivi per  ESISTERE che si possono inviare tramite le AZIONI e che sono importanti in tutto l'arco della vita:
  • sorridere - abbracciare - stringere la mano - ascoltare - guardare negli occhi - chiamare per nome - baciare - accarezzare.
Ci sono messaggi positivi rispetto al FARE che si possono inviare tramite il LINGUAGGIO e che sono importanti in tutto l'arco della vita (a partire dal primo anno di vita in poi):
  •  è bello questo lavoro - sei un ottimo cuoco - come leggi bene! - sei bravissimo! - grazie - mi piace ascoltarti - il tuo sostegno è importante per me - sono orgoglioso di ciò che hai fatto oggi.
Ci sono messaggi positivi rispetto al FARE che si possono inviare tramite le AZIONI e che sono importanti in tutto l'arco della vita (a partire dal primo anno di vita in poi):
  • ascoltare - essere pazienti - leggere uno scritto del figlio in sua presenza - svolgere un' attività insieme a lui/lei - aiutarlo senza fare critiche e senza sostituirsi a lui

lunedì 24 luglio 2017

I BISOGNI DEGLI ADULTI

I bambini hanno dei bisogni, ma anche gli adulti ne hanno.
Questi per portare a termine con successo il loro compito educativo, devono essere consapevoli dei loro bisogni e attivarsi per soddisfarli.
I genitori che si prendono cura di sè sono capaci di avere cura dei loro bambini.
In questo modo i bambini avranno un modello cui fare riferimento nel prendersi cura di sè stessi.

Cosa vuol dire avere cura di sè come genitori ?
  • chiedere aiuto e sostegno, sia dal punto di vista formativo (partecipazione a convegni, inconttri sulla genitoralità, ecc.), sia da un punto di vista umano (farsi aiutare nella gestione dei figli);
  • ristrutturare il proprio tempo, pianificandolo in modo da conservare anche del tempo per sè, per "ricaricare" leproprie energie e preservare il buon umore;
  • preservare gli spazi della coppia;
  • coltivare amicizie e interessi;
  • riconoscere le proprie competenze e risorse;
  • stimarsi e avere fiducia in sè;
  • condividere le proprie esperienze e confrontarsi con altri genitori;
  • evitare di chiudersi difronte alle difficoltà.

giovedì 20 luglio 2017

I BISOGNI FONDAMENTALI DELLA CRESCITA


Nel 1954 lo psicologo Abraham Maslow propose un modello motivazionale dello sviluppo umano basato su una “gerarchia di bisogni”, cioè una serie di “bisogni” disposti gerarchicamente in base alla quale la soddisfazione dei bisogni più elementari è la condizione per fare emergere i bisogni di ordine superiore.
Il bisogno di "ESSERE CON " è un istinto ponte tra il biologico e lo psicologico che si realizza attraverso:
  • l' AMORE : ricevere conferme sul piano dell'essere
  • il rispetto dell'UNICITA'
  • l' essere aiutati a riconoscere ed elaborare i propri sentimenti
  • non essere svalutati o banalizzati nella comunicazione
  • essere protetti da esperienze o vissuti precoci
  • la disponibilità di tempo da dedicare ai figli
  • la stabilità emotiva

mercoledì 19 luglio 2017

DIPENDENZA E AUTONOMIA NELLA RELAZIONE GENITORI-FIGLI

La relazione genitori - figli è basata sul reciproco riconoscimento del valore che gli uni hanno per l'altro, ma non per questo è una relazione paritaria. 
La relazione genitori - figli è asimmetrica.
 
Si definisce DIPENDENZA una relazione in cui un individuo dipende da un altro che è percepito come più forte, al quale si affida sè stesso, la propria capacità di giudizio, di decisione e i propri valori.
L'essere AUTONOMI presuppone autostima, autodeterminazione e capacità di costruire e mantenere relazioni di intimità con gli altri.
 
COSA SIGNIFICA CRESCERE UN FIGLIO?
Per aiutare a crescere un figlio in modo sano ed equilibrato dal punto di vista psicologico è importante che l'adulto sappia "sostenere e incoraggiare l'autonomia senza ignorare i bisogni di dipendenza e protezione".
Mentre la crescita fisica segue un percorso determinato biologicamente, la crescita psichica è determinata solo in parte; essa richiede di essere sostenuta e stimolata. 

IL COMPORTAMENTO EDUCATIVO richiede riflessione e capacità di interrogarsi su di sè e sul figlio e non devono  venir meno l' incoraggiamento e la fiducia nelle capacità dei  figli.
Una qualità importante del comportamento educativo è mantenere una comunicazione autorevole (assertiva) anzichè cadere nell' autoritarismo, proprio di una comunicazione aggressiva.

lunedì 17 luglio 2017

I COMPITI DI SVILUPPO DELLA COPPIA GENITORIALE (terza parte)




IN QUANTO GENITORI
Il primo compito della coppia è accettare il salto generazionale e accogliere la nuova generazione; condividere la cura sul piano organizzativo e costruire un proprio stile di "parenting".
Nel momento in cui si diventa genitori si abbandona la propria "immaturità", si accetta consapevolmente di diventare adulti con tutto ciò che questo comporta  in termini di responsabilità e di crescita  personale.
Una delle "regole" alla base del compito genitoriale è quella di avere uno stesso indirizzo educativo, un piano educativo concordato, ma soprattutto dei valori educativi che sostengano la funzione genitoriale nel tempo.
E' importante e fondamentale la reciproca legittimazione ovvero riconoscere e sostenere il ruolo genitoriale dell'altro coniuge e non contraddire quindi il partner nel momento in cui svolge la funzione educativa.


IN QUANTO CONIUGI
La coppia ha il compito di integrare la dimensione genitoriale nella relazione coniugale.
La madre continua ad essere anche donna, così come il padre continua ad essere uomo.
Se è verosimile pensare che ci siano momenti in cui il ruolo genitoriale predomina su quello di marito o moglie, va considerato che la coppia deve essere capace di trovare spazi e tempi per ritrovare la propria intimità.  I figli, soprattutto quando molto piccoli, chiedono molte attenzioni ed energie da parte dei genitori.
E' importante ricordarsi che l'amore nei confronti dei figli non può essere confuso con l'amore coniugale, sono due tipi di amore che non confliggono fra loro, ma che necessitano di essere alimentati in tempi e con modalità diverse fra loro.






mercoledì 12 luglio 2017

I SENTIMENTI IN GRAVIDANZA (2^ parte)



LA DONNA durante la gestazione ha il compito di integrare il feto come parte di sè. Il cambiamento della sua immagine fisica porta con sè emozioni alterne e ambivalenti . Può sentirsi forte e fragile, triste e felice allo stesso tempo. 
Può temere di non piacere e possono far capolino paure irrazionali legate al nuovo aspetto fisico quali ad esempio la paura di essere abbandonate dal proprio partner. Alcune donne possono erroneamente credere di non essere più femminili e sessualmente attraenti. 
Non è assolutamente vero: 
vita sessuale ed erotismo accompagnano la donna in tutto il suo percorso di vita, anche durante la gravidanza. Fare l'amore non nuoce in nessun modo al feto.

PER L’UOMO diventare PADRE assume significati diversi.
L'uomo non cambia fisicamente, ma sarà necessariamente coinvolto  in una relazione triadica, dove la funzione di sostegno alla madre e al bambino diventerà fondamentale.

L'uomo potrà provare sentimenti di gelosia e di esclusione che se non riportati su un piano di realtà potranno generare comportamenti di fuga (relazioni extraconiugali o maggiore impegno nel lavoro) .

La parola chiave è CONDIVISIONE!
(fine della seconda parte)







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lunedì 10 luglio 2017

Non c'è due senza tre. Cosa succede in gravidanza?



La gravidanza preannuncia molti nuovi eventi: primo fra tutti la nascita di una nuova vita individuale come progetto di coppia e contemporaneamente la trasformazione della coppia in unità familiare.
Si assiste ad un cambiamento di ruoli : la trasformazione della donna in madre e quella del'uomo in padre .
La nascita di un figlio non è solo un fatto privato ma costituisce un vero e proprio evento sociale. La donna - madre spesso è anche una lavoratrice e questo comporta la ricerca di un equilibrio tra la sfera sentimentale- familiare e quella professionale che richiede uno sforzo maggiore di quello che dovrà fare il padre.
La genitorialità presuppone un viaggio che la coppia si accinge a fare con ruoli e sentimenti diversi, ma complemetari fra loro.
La maternità è un fatto che nasce da un desiderio, la paternità è una ipotesi che si realizza attraverso il desiderio di maternità.
Il sentimento di accettazione e accoglienza non è innato, ma si costruisce durante i nove mesi di attesa.
Il contenimento fisico è proprio della donna, il contenimento psicologico appartiene ad entrambi i genitori:
i futuri genitori creano uno "spazio mentale" dove il bambino può essere immaginato.
Donald Winnicott, (1896 - 1971) pediatra e psicoanalista, chiamò questo spazio del contenimento e dell'accoglienza "area transizionale", e cioè area del rapporto tra due persone a mezza strada tra il reale e l'immaginario.
Ogni Genitore ha  tre figli dentro di sè: 
nella testa ha il figlio dell'infanzia
nel cuore ha il figlio come progetto, un incrocio di desideri e aspettative
nella pancia c'è il bambino reale .

(fine 1^ parte)