venerdì 31 agosto 2018

PEREGRINATIO AD LIMINA SANCTI JACOBI. CI SIAMO QUASI

Un contributo fondamentale alla  preparazione per affrontare il cammino l'ho ricevuto dalle persone che già lo avevano compiuto e che mi avevano trasmesso la loro esperienza.
Quando il mio progetto ha cominciato a prendere forma e a diventare concreto ho capito che il mio cammino avrebbe contemplato il rispetto della mia persona e dei miei limiti, sarebbe stato un percorso di conoscenza e di riflessione, sempre sotto il segno della positività. Mi sarei presa tutto il tempo di cui avevo bisogno per camminare e per riposare,  non avrei costretto i miei piedi a sforzi prolungati e dolorosi,  avrei ascoltato il mio corpo come l'unico compagno e alleato del mio cammino. Volevo trarre da questa esperienza il meglio e quindi partire col piede giusto. Non era importante quanti chilometri avrei percorso, ma la qualità del tempo percorso sul cammino.
Sono d'obbligo a questo punto i ringraziamenti. Ringrazio di cuore il mio amico carissimo Salvatore che ha percorso diverse volte quel Camino e che con i suoi racconti e la sua esperienza mi ha trasmesso la profondità dell' esperienza, che mi ha invogliata e incoraggiata. Pochi giorni prima di partire ha anche voluto darmi la sua benedizione. Io mi sono rivolta a lui dicendogli, "lo sai, vero, che io non sono credente!" e lui a me "non importa, io ti benedico lo stesso". Ringrazio Claudia che mi ha prestato lo zaino col quale l'anno precedente aveva a sua volta camminato; ringrazio "I Pellegrini di Belluno" che con il loro sito e le loro guide scaricabili da chiunque sono stati il mio faro; ringrazio mio marito, Andrea, che mi ha sempre fatto sentire una donna libera, che mi ha accompagnato all'areoporto e che ha aspettato che tornassi a casa; ringrazio la Confraternita di San Jacopo di Perugia che mi ha spedito a casa la Charta Peregrini, documento essenziale per essere riconosciuti come Pellegrini  ed essere ammessi negli Ostelli.
Quando ho ricevuto la Credenziale del Pellegrino ho realizzato che sarei partita.

Cinque giorni prima di partire, nuotando in piscina, a causa dell'acqua fredda, mi sono presa una "frescata" alla schiena che mi ha costretta al riposo e a prendere i farmaci, mettendo a repentaglio la partenza. Poi mi sono ripresa e mercoledì 11 luglio sono partita.

giovedì 30 agosto 2018

PEREGRINATIO AD LIMINA SANCTI JACOBI. LA PREPARAZIONE

La preparazione per affrontare il Cammino di Santiago è iniziata alcuni mesi primi, sempre nell'incertezza di non sapere se sarei partita veramente. Decisi comunque di "allenarmi" facendo delle camminate nelle colline vicino la mia abitazione. La cosa importante era indossare le scarpe con le quali avrei camminato sul "Camino" e portare sulle spalle uno zaino che avrei riempito inizialmente con 3 chili, aumentando gradualmente fino ad arrivare a 6/7 chili. Mi ero organizzata dei giri di circa 11 km che mi impegnavano per circa 3/4 ore e che prevedevano salite, discese e zone piane.
Questo allenamento mi è servito per capire che la mia spalla sinistra, quando lo zaino era a pieno carico dopo quel tempo massimo, andava in sofferenza.
Contemporaneamente a questo allenamento fisico leggevo libri che raccontavano dei cammini già fatti da altre persone e libri guida che mi spiegavano dettagliatamente tutte le sofferenze fisiche a cui sarei potuta andare incontro e che difficilmente avrei potuto evitare. Da qui l'importanza di portare con sè uno zaino ben organizzato, con l'essenziale, lo stretto indispensabile e che non andasse a gravare sulle mie articolazioni causando problemi che mi avrebbero reso difficile o impossibile il cammino. Devo ammettere che sono stata meticolosa nei preparativi e ho seguito tutti i consigli dei miei predecessori.
Parallelamente a questo lavoro certosino andavo chiedendomi e interrogandomi se davvero volessi fare il Cammino di Santiago o se invece fosse una fantasia che coltivavo, ma di cui non ero realmente convinta. Me lo sono chiesto veramente tante volte. Non mi creava problema partire da sola, non temevo di fare brutte esperienze, non temevo la solitudine: avevo paura della mia età.
In virtù di questa paura non riuscivo a decidere una data per partire e facevo confusione nella pianificazione del viaggio di andata. Poi un giorno ho sentito e quindi capito che avevo assolutamente bisogno di "abbandonare il campo", di mollare tutto, di mettere una distanza fra me e le cose che mi affliggevano, ma che non volevo lasciare. Dopo 10 anni di vita trascorsa a sentirmi necessaria e indipensabile era venuto il momento di abbandonare quella identità  e di riscoprire la gioia di essere solamente me stessa.

PEREGRINATIO AD LIMINA SANCTI JACOBI

La domanda secondo me più intima e difficile da rivolgere ad un pellegrino è anche la più semplice: "Perchè hai deciso di fare il Cammino di Santiago di Compostella?" Io, lungo tutto il mio cammino mi sono sentita di chiedere solo una volta ad una persona il perchè del suo cammino, quale fosse la sua motivazione e lei, in quel caso Kylie,  molto gentilmente mi ha "raccontato" le sue motivazioni; ma prima di iniziare il suo racconto è diventata leggermente rossa nel viso, quasi a sottolineare che la domanda era molto intima e andava a toccare la sua anima. Lei aveva sofferto di depressione e quel cammino iniziato in solitudine era per lei un cammino di guarigione.
A me questa domanda è stata rivolta una volta sola, da una signora spagnola appena conosciuta in un' ostello, ma  io ho preferito non risponderle.
Però adesso sento che posso dire qual è stata la motivazione al mio cammino.
Mio figlio ha lasciato l'Europa per andare con la sua compagna in Australia nel settembre 2017 dopo aver trascorso un bellissimo agosto insieme a Pescia. Mia madre, malata da molto tempo, è morta a novembre dello stesso anno. Due separazioni importanti, certamente diverse, ma difficili da accettare senza una elaborazione profonda del distacco. Nel caso di mio figlio il distacco era necessario , nel caso di mia madre era naturale, ma entrambi richiedevano un tempo e un luogo dove depositare il dolore e l'accettazione. Ad un certo momento ho cominciato a pensare che il luogo e il tempo per elaborare queste due esperienze così importanti della mia vita fosse proprio il Cammino di Santiago.
E giorno dopo giorno ho preso questa mia idea sempre più seriamente fino a farla diventare un progetto reale : c'era un percorso da fare e avevo il tempo per farlo, dovevo solo prepararmi con molta umiltà e sincerità, avevo dentro di me solo punti interrogativi, primo fra tutti "ce l'avrei fatta? Al peggio sarei tornata a casa.