domenica 28 ottobre 2018

DA CASTROJERIZ A BOADILLA DEL CAMINO - DICIASSETTESIMO GIORNO

Sabato, 28 luglio 2018 - Km 19,3
Avrei voluto partire presto stamani, ma la sveglia non ha suonato e mi sono svegliata alle 6,20. Quindi sono andata in cucina per la colazione e ho constatato che anche gli altri pellegrini si erano alzati più o meno alla mia stessa ora. Dopo colazione e l'igiene personale, ho chiuso lo zaino e ho ripreso il mio cammino. Tappa molto bella oggi: prima la salita all'Alto con un panorama mozzafiato, poi ho fatto sosta a Itero del Castillo all'antica chiesa di San Nicolas oggi trasformato in Albergue gestito dalla Confraternita italiana di San Giacomo, praticamente sono i frati a cui si chiede la credenziale prima di mettersi in cammino. Arrivata alla piccola chiesa c'è ad accogliermi un giovane volontario che mi dà il benvenuto e mi offre un po' di caffè con biscotti. Chiedo se posso salutare i frati, ma loro non ci sono, mi spiega il volontario: l'ostello è gestito da volontari che si danno il cambio ogni settimana. 
Subito dopo l'ostello si attraversa il Puente Fitero e da qui si entra nella Provincia di Palencia. Prima di arrivare a Boadilla lo sguardo si perde nelle immense distese di grano che fanno da cornice al sentiero. Oggi c'è traffico lungo il sentiero, enormi falaciatrici sono al  lavoro e costringono i pellegrini a farsi da parte se non vogliono essere falciati anche loro. All'arrivo a Boadilla mi dirigo verso l'ostello municipal perchè è qui che ho spedito la mochilla. La signora che gestisce bar e ostello mi spiega che la mia mochilla sicuramente si trova all' Albergue "En el Camino" perchè quando arriva il corriere la mattina il bar è sempre chiuso. Mi esorta ad andare là e siccome sa che l'ostello è molto carino mi invita a rimanerci.
In effetti l'ostello En El Camino è proprio carino: si accede in un bel giardino con piscina, a sinistra una casa colonica dove i pellegrini dormono e a destra un bar ristorante. Il posto è incantevole e dopo le quotidiane azioni di rito: ceck in, doccia, bucato, piccolo ristoro comincio a guardarmi intorno e a socializzare. Vedo Shone, il coreano, che schiaccia il suo pisolino pomeridiano, Eveline con suo figlio e la giovane coppia fratello e sorella coreani amici del figlio, l'americana con il nipote, Anna e Anna, le vicentine, infine c'è anche Giovanna. Con Eveline e Anna passiamo il pomeriggio con i piedi a bagno nella piscina a parlare anche con gli altri ospiti. Verso le 17,30 andiamo in visita della chiesa del paese con 5 nidi di cicogne sul tetto e sul campanile; la sera poi siamo tutti intorno allo stesso tavolo per la cena comunitaria. Accanto a me c'è Giovanna, la milanese, anche lei da sola sul cammino. E' figlia di un "noto" artista milanese che alla sua morte le ha lasciato il suo patrimonio culturale che, se ho capito bene, lei  gestisce attraverso una Fondazione. Giovanna ha l'aria triste e ciò che si percepisce standole accanto è la sua solitudine. Anch'io sono sola sul cammino, ma in questi giorni non mi sono mai sentita sola e sono felice di incontrare persone, di condividere quacosa con loro, ma sono altrettanto serena quando sono con me stessa. Giovanna ha invece bisogno di "attaccarsi" a qualcuno.

sabato 27 ottobre 2018

DA HORNILLOS DEL CAMINO A CASTROJERIZ - SEDICESIMO GIORNO

Venerdì, 27 luglio 2018 - Km 19,7
Già alle 8,30 del mattino è necessario indossare il cappello, il sole picchia; lungo il cammino si trova anche un po' d'ombra, ma soprattutto un gradevole venticello rende il camminare piacevole. Attraverso il paese di Hontanas dove cè una bella piscina pubblica, ma è presto ed è chiusa; il desiderio di fermarmi per una bella nuotata è forte, ma non ho portato con me il costume e quindi si va necessariamente avanti fino alle rovine del convento de San Anton, bellissimo e dove all'interno delle rovine hanno realizzato un Hospital de San Anton Refugio Peregrinos. Incredibile, ma vero! All'interno del giardino del convento c'è una piccola lapide con scritto "l'entrata per la saggezza è riconoscere la nostra ignoranza". Continuo il mio cammino e dopo poco aver attraversato glia archi del convento sulla destra c'è un ristoro (benvenuto!!) dove mi posso sedere e mangiare una gustosissima fetta di cocomero. Mi mancano solo 4 chilometri per arrivare a Castrojeriz, un paese sopra la collina a forma di mezza luna. All'inizio del paese visito la ex Collegiata gotico - romana della Virgen del Manzano, chiamata così perchè, dice la leggenda, che il cavallo con in groppa San Giacomo finì sopra un melo dalle cui cavità uscì la statua della Vergine, che ancora oggi viene venerata nella chiesa. In paese cerco l' "Albergue Rosalia" dove il giorno prima ho prenotato un posto letto. Il posto è carino e accogliente, ma la mia mochilla non si trova lì. Xavier, l'hospitalero, mi tranquillizza, prende il telefono e chiama l'hostello di Hornillos, si accerta che il mio zaino sia sempre lì e dopo chiama Jacotrans; da lì a poco il mio zaino arriverà.
Xavier mi mostra l' ostello: le camere con letti singoli, i servizi, la cucina, la terrazza dove consumeremo la cena comunitaria. Sono nel posto giusto e sono contenta. Nella mia stessa camera, oltre a due uomini ci sono anche due donne italiane e va da sè che facciamo conoscenza: sono Anna e Anna Laura di Vicenza, hanno più o meno la mia stessa età e sono simpatiche. Le aiuto a programmarsi il cammino dei prossimi giorni, anche loro vengono da Hornillos e hanno alloggiato nello stesso ostello dove era anche Matteo. Mi raccontano di avergli medicato la vescica al piede. La sera a cena saremo una bella tavolata e Xavier ha cucinato cose molto buone per noi, in particolare l' hummus di ceci che non avevo mai assaggiato e che mi ha deliziato. Al tavolo, oltre a me e alle vicentine, c'è anche una ciclista americana, una grassa signora americana con il nipote, anche lui piuttosto grasso. Siamo tutti di ottimo umore e di ottimo appetito. Stasera è la sera dell'eclissi di luna che si vedrà alle 22; a quell'ora però siamo già tutti a letto. In paese, poichè oggi è venerdì, c'è festa e musica, qualcuno il giorno dopo si lamenterà di non aver dormito per il rumore, io fortunatamente ho dormito.

domenica 21 ottobre 2018

DA BURGOS AD HORNILLOS DEL CAMINO . QUINDICESIMO GIORNO

Giovedì, 26 luglio 2018 -Km 20,6

Mattina presto, bar difronte l' Ostello, ricca colazione; arriva anche Matteo, lo aspetto e ci incamminiamo insieme. Dopo appena un'ora di cammino Matteo accusa male al piede, si sta già formando la sua prima vescica. Gli chiedo se le scarpe che indossa sono nuove e lui me lo conferma.
Ahi Ahi!Non si inizia mai il Cammino con un paio di scarpe nuove che non conosci. Arriviamo a Tardajos, città gemellata con la toscana Santa Maria a Monte, provincia di Pisa; sono quasi  le 9 e ci fermiamo per la nostra seconda colazione, abbiamo già camminato per almeno 10 km;   camminiamo insieme fino a Rabè de las Calzadas, poi lui si affianca a dei ragazzi Coreani ed io rallento un po' il passo.

Arrivo ad Hornillos prima di mezzogiorno, ma va bene così; il sole stamani ha cominciato a scaldare prima delle 9 e sono contenta di fermarmi presto. Lungo la strada principale trovo l'Ostello El Alfar dove la hospitalera mi accoglie gentilmente. Come sempre al piano superiore ci sono le camere con almeno 4 posti letto e al piano inferiore la zona giorno: cucina, sala pranzo e poi un bel giardino dove fare anche il bucato. Dal piccolo giardino la vista spazia su un campo di grano color oro, tipico qui nelle mesetas; il calore crea dei giochi di luce sui campi di grano che sembra che si alzi il vapore. Oggi farò un gran bucato perchè con questo caldo si asciugherà tutto.
Anche Matteo ha deciso di fermarsi qui ad Hornillos per far riposare i suoi piedi doloranti, ma vengo a sapere che è nell'ostello difronte il mio. Piano piano arrivano anche altri pellegrini fra questi Elisabeth (dalla California) e Shone (dalla Corea) con i quali condividerò la cena comunitaria a base di paella, insalata freca, dolce e vino. E' stato un bel momento: ci siamo conosciuti e abbiamo conversato. Il giovane coreano diventerà "il mio angelo custode", lo incontrerò molte altre volte lungo il cammino, dormiremo nei medesimi ostelli, mangeremo alla stessa tavola, parleremo poco, ma c'è una certa empatia fra noi e quando ci incontriamo siamo felici di vederci.
Nel tardo pomeriggio è arrivata anche Eveline (dal Belgio), lei cammina con suo figlio e le piace molto parlare con le persone che incontra; è simpatica e mai banale. Mi colpisce molto questa donna che fa il cammino con suo figlio adolescente; ripenso quando anch'io ho fatto dei viaggi importanti con mio figlio una decina di anni fa. Che bello!

DA AGES A BURGOS - QUATTORDICESIMO GIORNO

Mercoledì, 25 luglio 2018 - Km 23
Arrivata a Burgos dopo essere salita alla Cruz de Madera (m 1070), aver contribuito con qualche sasso alla costruzione della spirale e dopo aver attraversato un parco di circa 8 km. E' stata una piacevole camminata. Qui a Burgos oggi è festa; Burgos è una città grande e bella, piena di vita, di gente e di locali che ti invitano a bere e a rilassarti in compagnia. Qui fa più caldo che prima, anche la sera non c'è bisogno di coprirsi, il vento ti accarezza, ma non ti "fredda". L'Ostello è proprio dietro la Cattedrale, è grande, ma basico nel'offerta dei servizi. Il Bar difronte si occupa di ricevere le mochilla da e per Jacotrans e ha il servizio WI-FI; per questo è sempre pieno di gente. L' Ostello è comunque accogliente, sui tavoli della recption e della grande sala mensa ci sono ciotole piene di patatine che ti invitano a mangiarle.  Anche Kylie è qui, è arrivata prima di me, si è già fatta la doccia ed ha fretta di andare a comprare un biglietto alla stazione dei bus per Leon dove il giorno dopo arriverà sua madre. Ci vedremo più tardi per cena. Andare direttamente da Burgos a Leon vuol dire saltare le famigerate MESETAS, le tappe che tutti descrivono come le più gravose del cammino. Anche Ermanno e Giacomo le hanno saltate. Io comincio ad avere un certo timore ad affrontarle. Durante il pomeriggio faccio un salto in agenzia di viaggi e poi direttamente alla stazione degli autobus per informarmi sulla possibilità di andare anch'io direttamente a Leon. Mi si prospetta il fatto che tutti i biglietti sui bus per Leon in partenza il giorno dopo sono esauriti e che dovrei sostare un giorno a Burgos. Dopo un'attenta analisi della realtà e delle mie paure decido di provare a fare almeno una tappa delle mesetas, camminerò fino ad Hornillos del Camino, senza zaino e deciderò giorno per giorno cosa fare; è vero però che fra un piccolo paese ed un altro non ci sono collegamenti, ma insomma ce l'ho fatta fino ad ora....

Trascorro il pomeriggio  visitando la città e l' immensa Cattedrale.
La sera conosco Matteo, giovane biologo nutrizionista di Prato appena arrivato sul Cammino che ha bisogno di fare delle domande e di avere delle risposte. Sono contenta che abbia individuato me per tutto ciò e cerco di dargli tutte le informazioni di cui lui ha bisogno e di cui io sono in possesso. Mi fa un po' strano che una persona inizi il proprio cammino proprio dalla parte più "temuta", ma a volte l'inconsapevolezza aiuta. Verso l'ora di cena incontro Kylie con una ragazza di Treviso e decidiamo di cenare insieme, a noi si uniscono anche due ragazzi inglesi e un'altra ragazza. Tutti insieme si va in una enoteca a mangiare tapas e bere vino in allegria. Alle 21,30 è il momento dei saluti, ma sopratutto saluto Kylie e sono anche un po' triste: è stata una compagna di cammino molto gentile e lascia un'impronta dentro di me.

DA VILLAMBISTIA AD AGES - TREDICESIMO GIORNO

Martedì, 24 luglio 2018 - Km 22,4
La mattina parto presto e alle 7 vedo sorgere il sole. Bellissimo spettacolo della natura. Faccio una foto e la mando a mio figlio in Australia e a mio marito in Italia.
Sul gruppo "Lo spirito del Cammino" arriva un messaggio di Stefano che non è certo di buon umore
 " non ci posso credere, mi hanno inculato i bastoni la seconda volta! A sto giro so chi è stato , se lo becco per strada gli faccio sentire lo spirito del cammino su per il culo!" .
Fa caldo anche stamani e ci sono da affrontare una prima tappa lunga circa 12 Km, esposta al sole e  una salita piuttosto impegnativa .
Dopodichè il paesaggio cambia e troverò anche l'ombra.
Mi  faccio l'intera tappa in solitudine, ma la cosa non mi disturba, non mi sento mai sola sul cammino.
L'arrivo ad Ages è nel primo pomeriggio, mi dirigo all'Ostello Municipale dove la mochilla mi sta aspettando.   Al piano terra bar, ristorante e alimentari, al piano superiore una grande camerata condivisa da uomini e donne.  Il paese è piccolo e incantevole. Vado in visita alla chiesa con i suoi nidi di cicogne e poi trovo la bottega di un artigiano che riproduce in legno qualsiasi cosa: la chiesa del paese, un biliardino, il laboratorio del fabbro, la stalla della mucca e tanto altro. Ci tiene molto a mostrarmi queste sue piccole opere d'arte di cui sembra essere anche molto geloso perchè non vuole che si tocchi niente. Passeggiando per il paese scopro un altro artista che ha fatto del suo giardino un museo di arte contemporanea utilizzando materiali riciclati e poveri.

La sera cena all'aperto "All'Alchimista"; la padrona del locale va molto fiera del suo locale e mi mostra un libro di una scrittrice, "pellegrina" italiana, che nel suo racconto sul cammino di Santiago la cita elencandone tutte le virtù. In effetti la signora è simpatica, il cibo ottimo e la mattina apre alle 6 proprio per dar colazione ai pellegrini.
Alle 17,41 Stefano ci comunica che, grazie a Deborah, ha recuperato i suoi bastoni. Buona Fortuna!

DA GRANON A VILLAMBISTIA - DODICESIMO GIORNO

Lunedì, 23 luglio 2018 - Km 24
Lasciando Granon si lascia la regione della Rioja e si entra in Castiglia - Leon: ho attraversato due regioni a piedi, il che ha dell'incredibile, ai  miei occhi! Camminare senza zaino è proprio una pacchia! Il caldo incombe e non c'è ombra, solo immense estensioni di grano e tanto buon umore. Ritrovo Kylie e facciamo un po' di cammino insieme; parliamo di politica e di tante altre cose, poi ci separiamo per ritrovarci a Villambistia al medesimo ostello. Il percorso di stamani attraversa la città di Belorado, molto carina sia per la cattedrale con i nidi di cicogne sul campanile, sia per i murales di cui la città abbonda, sia perchè c'è il mercato all'aperto. Mi fermo per una visita al mercato dove farò il mio unico acquisto sul cammino: un piccolo borsello portamonete di sughero, pratico e leggero!
A Villambistia mi fermo al bar Ostello San Roque, dove la mia mochilla mi sta aspettando.
La hospitalera è una donna energica e gentile che mi offre anche da bere. Per 15 euro oltre al dormire ci dà anche la cena comunitaria e colazione. Mi sembra una buona offerta e accetto. Una grande camerata ospita i pellegrini al piano superiore, dove c'è anche una grande terrazza dove poter stendere il bucato e volendo sedere. Io preferisco sedermi su una panchina fuori in paese: difronte a me una larga fontana con vasca dove i pochi cani del paese vengono ad abbeverarsi.

C'è sempre un venticello fresco che accompagna la siesta in questi caldi pomeriggi spagnoli. Solo questo basta a rendermi felice. La sera a cena siamo una bella tavolata: ci sono tre texani di Dallas, padre e figlio polacchi di Cracovia, Kylie ed io. Si parla, si mangia pasta con le vongole e pollo in umido, ma sopratutto si beve. L'hospitalera è stata generosa e gli americani bevono molto. Si va a letto contenti, ma sarà il caldo, sarà che in stanza siamo in tanti, sarà tutto il vino che ho bevuto, la notte non riesco a riposare al meglio. La mattina ci si alza comunque presto e dopo la colazione si riprende il Cammino.

DA AZOFRA A GRANON - UNDICESIMO GIORNO

Domenica, 22 luglio 2018 - Km 22,8
Stamanial mio risveglio, circa le 6 del mattino, i giovani dei paesi vicini erano sempre in piazza a bere e fumare; quando sono uscita, alle 7, ho visto che alcuni di loro a piccoli gruppi aspettavano i loro genitori che venissero a riprenderli. Il tempo oggi è buono e le tappe piuttosto lunghe, l'assenza di ombra rende il cammino piuttosto faticoso. Paesaggi comunque stupendi riempiono lo sgurdo: i vigneti hanno lasciato il posto ai campi di grano e girasoli. A Santo Domingo de la Calzada faccio una sosta e visito la Cattedrale Barocca, famosa perchè al suo interno sono ospitati un gallo e una gallina a ricordare un'antica leggenda che racconta di un miracolo avvenuto intorno al 1300. Un giovane condannato a morte per furto si salvò grazie a San Giacomo che gli sostenne i piedi durante l'impiccaggione. Il padre incredulo dichiarò che gli avrebbe creduto solo se i due galletti arrostiti per la cena  fossero anch'essi tornati in vita. E questo accadde: i galletti si alzarono e ripresero a cantare!!!
Al mio arrivo a Granon all'inizio mi dirigo verso l'ostello parrocchiale, famoso per la sua accoglienza, ma appena entro mi accorgo che i molti pellegrini qui arrivati dormono tutti in terra; io non me la sento proprio, è vero che non chiedono soldi (accettano solo donazioni!) ma io ho bisogno di un letto. Allora vado alla ricerca di un altro Ostello e mi fermo all' Ave de Paso, stile familiare dove mi accolgono moglie e marito. La casa è carina e pulita, la signora mi fa accomodare in una stanza dove praticamente rimarrò da sola a dormire: ottima sistemazione. Alle 17 la coppia ci saluta e noi pellegrini rimaniano soli, abbiamo le chiavi per entrare ed uscire, meglio di così si muore. Qui faccio amicizia con Franco, pugliese, e Donatella, umbra, ma che vive e lavora a Verona. Nel pomeriggio vado nella piazza del paese dove c'è un bar che offre anche la cena. Hanno il mio piatto preferito: Gazpacho e un buon bicchiere di vino rosso! La padrona è una giovane signora peruviana che mette della buona musica, l' atmosfera è deliziosa e amichevole. Da lì a poco arriveranno anche Franco e Donatella. Nel bar ci sono 3 signore anziane che chiacchierano allegramente; io siedo accanto a loro, mi chiedono se voglio unirmi, ma spiego loro che sono italiana e mantengo la mia posizione. Al momento dei saluti due signore si alzano e la terza rimane nel bar: è la mamma della padrona. Rimasta sola si comincia in qualche modo una conversazione sulla musica italiana, quindi la signora chiede alla figlia di mettere qualche canzone italiana e da lì in poi si comincia a cantare in coro "o sole mio" ecc. Serata veramente divertente. Per il giorno dopo mi sono organizzata per mandare lo zaino con Jacotrans all'Ostello successivo. Ho camminato per circa 218 km e da qui in poi lascerò le mie spalle riposare. Chi l'ha detto che il cammino deve essere sofferenza?

giovedì 11 ottobre 2018

DA NAVARRETE AD AZOFRA - DECIMO GIORNO

Sabato, 21 Luglio - Km 22,3
Mi metto in marcia la mattina presto, il paese è silenzioso ed io mi incammino da sola,ma da lì a poco incontro un altro pellegrino col quale ci salutiamo col consueto "buen camino". Dopo qualche frase di rito in inglese capiamo di essere italiani e iniziamo a conversare. Si chiama Marco e viene da Treviso; mi racconta che ha 26 giorni per arrivare a Santiago, che ha deciso di fare il cammino solo tre settimane prima di partire e che ha lasciato a casa la moglie ungherese. Simpatico e chiacchierone, ci fermiamo entrambi a Ventosa a fare la prima sosta con ristoro, poi si riprende il cammino. Marco ha un passo svelto e dopo poco ci salutiamo; anche Maria dopo avermi raggiunta, mi  saluta e va avanti con passo spedito (ieri mi ha detto che la sua media è di 1 km ogni 12 minuti).  Per il resto del cammino sono stata sola. Da Najera la terra si è fatta rosso fuoco. Lungo la strada si incontra "La fuente de Paulino", un piccolo riparo dove potersi riposare e bere un po' d'acqua fresca. 

Arrivo ad Azofra e presso una fontana pubblica ci sono dei bambini in costume che giocano con acqua e schiuma; in paese c'è una fiesta messicana che durerà tutta la notte. Ad Azofra mi dirigo all'ostello Municipal de Peregrinos. L'Ostello è bello e grande. Appena si entra si offre alla vista una grande sala: da una parte la reception e sulla sinistra lunghi tavoli dove mangiare, leggere ecc. Da lì si accede alla cucina/lavanderia. A destra della reception invece si accede alla zona notte che si sviluppa su tre piani. Dai lunghi corridoi si aprono varie camerette e in ognuna di queste ci sono due letti singoli. Niente letti a castelli, almeno per oggi non picchierò la testa.  Divido la stanza con Lilien, una bella ragazza californiana di Sacramento. Si parla un po', anche lei viaggia da sola con un ritmo molto simile al mio;  la incontrerò spesso sul cammino, ma non so perchè  non riuscirò a "legare" con lei. Dopo l'iniziale conversazione ha cominciato a parlare più velocemente ed io non riesco a capire quello che dice e mi scoccia un po' doverle chiedere di parlare più lentamente o di ripetere tutte le volte che non capisco. Comunque le offro di dividere lo stendino per i panni e la mattina seguente le offro uno yogurt. Mi sono accorta che Lilien è vegetariana e ci tiene particolarmente a cucinare i suoi pasti. Alloggia solamente negli ostelli municipali e fa sempre la spesa. In altri ostelli ho saputo che ha cantato e che ha una bella voce; è una cantante e anche una produttrice musicale. Però!! In questo ostello ritrovo Marco che sta piuttosto male; dopo aver dormito tutto il pomeriggio, la sera lo incontro ancora malconcio in cerca di cibo per la cena; mi dice di sentirsi dolorante, gli offro una tachipirina e gli dico di prenderla a stomaco pieno. Quella sera in paese i bar offrono solo da bere e l'unico modo per mangiare qualcosa è fare la spesa all'unico alimentari del paese. Durante la "fiesta messicana" è stata organizzata una grande grigliata, ma gli spiedini di carne finiscono in fretta; e quando arrivo io a mettermi in fila la carne è finita. Anche Kylie ha fatto tappa ad Azofra ed alloggia al medesimo ostello, lei è riuscita a mangiare gli spiedini di carne, così decide di farmi compagnia  mentre vado a fare spesa e poi in Ostello a consumare la mia cena. Abbiamo modo di parlare e di conoscerci meglio, lei mi racconta un po' di sè ed io un po' di me. Kylie si è da poco sposata con un ragazzo dello Sri Lanka, ma ambedue hanno deciso di comune accordo di partire per mete diverse: lei per il cammino di Santiago e lui per un viaggio attraverso l'Europa orientale. Si ritroveranno per la loro luna di miele a Parigi alla fine delle loro vacanze. Durante la giornata mi capita di pensare a Debora e Valeria e a dove saranno; è quindi un grande piacere quando ricevo un messaggio su wathsapp alle 4 del pomeriggio da Debora che ha creato il gruppo "Lo spirito del cammino"; in questo modo possiamo rimanere in contatto e tenerci aggiornate sui nostri percorsi. Le Ragazze sono a Santo Domingo (15 km avanti a me), Giacomo ed Ermanno sono a Belorado (nella Castiglia Leon). Stefano all' ostello Orisson, di non so dove. Comunque in qualche modo siamo sempre insieme.

sabato 6 ottobre 2018

DA VIANA A NAVARRETE - NONO GIORNO

Venerdì 20 luglio - km 22,5
Come concordato la sera a cena con le Ragazze, la mattina ci alziamo prestissimo perchè vogliamo partire col buio e col fresco; abbiamo anche individuato una pasticceria in paese dove fermarsi a fare colazione, ma il nostro piccolo e allettante progetto non si realizzerà perchè la troveremo chiusa. Va bene lo stesso, qualcosa abbiamo comunque mangiato (uno yougurt?) prima di partire e quindi ci incamminiamo verso Logrono, prima tappa importante del Cammino di oggi. Il paesaggio è molto bello, l'aria è fresca, ad est si vede il sole rosso che si alza nel cielo stamani piuttosto nuvoloso. Da Viana a Logrono si attraversa il limite regionale passando dalla Navarra alla Rioja, terra del pane e del vino. Prima di entrare in città la guida mi avverte che incontreremo Donna Felisia, che come Pablito, è una star sul Cammino per Santiago. E' d'obbligo fermarsi per il sigillo. La vedo, è una donna anziana e grassa che già di mattina presto è seduta fuori casa con una bancarella piena di gadget ed il suo prezioso sigillo. Mi fermo a parlare con lei; la signora, mi spiega non essere "Donna Felisa" ma sua figlia e di avere 85 anni. In effetti sulla casa c'è apposta una targa con scritto:

IN MEMORIAN
 Felisa Rodriguez Medel 
3/11/1910 - 20/10/2002
 ULTREIA e SUSEIA
Asociacion del Plus Ultra de Logrono

Sulla porta del garage della modestissima casa c'è appesa incorniciata la stampa di una lunghissima credenziale piena di sigilli raccolti durante il Cammino di Santiago.
La figlia di Donna Felisia si rallegra di vedere sulla mia credenziale il sigillo di Pablito che probabilmente conosce bene. L'entrata in città è segnata da diverse torri e colonne con sopra i nidi di cicogne. E' la prima volta che incontro questo animale; da qui in poi incontrerò tantissime cicogne con i loro nidi sui campanili e sui tetti delle chiese. Uno spettacolo che a me ha veramente entusiasmato: "le cicogne del Camino di Santiago".
Arriviamo in città verso le 9,00 che ancora è fresco e dopo aver individuato una grande e fornita pasticceria ci accomodiamo per la nostra seconda colazione. La signora al banco è già sotto stress di prima mattina (è da sola a servire e il banco è aperto su due lati) e fra incomprensioni varie (a chi tocca? pago prima? pago dopo?) riusciamo a farci servire e a mangiare. Debora è molto dolorante e la riprendo mentre scende alla toilette per rendere testimonianza del suo "sofferto" cammino; è una Ragazza di spirito e riesce anche a riderci su. Ci mettiamo in cammino separatamente anche perchè Debora effettivamente deve rallentare la sua andatura. Ci ritroveremo a Navarrete. Prima di riprendere il Cammino andiamo in visita alla Cattedrale per il secondo sigillo della giornata. Il percorso da Logrono a Navarrete è proprio bello: sono 10 km di parco attrezzato accessibile a tutti e arricchito con laghetti e animali acquatici, nonchè scoiattoli ecc. 
Poco prima di arrivare a Navarrete  incontro Maria, una ragazza di Palermo che però vive e lavora al Nord nel campo dell'informatica. Ci vuole un po' di tempo perchè riesca a parlami dandomi del "tu" e non del "lei"; d'altra parte ho l'età di sua madre e mi parla di lei come se fosse già una donna sulla via del tramonto. Parlando mi dice di aver prenotato su booking un ostello con un buon rapporto qualità/prezzo. Decido di unirmi a lei, entrambe ignare della prossima "avventura". Arrivata a Navarrete all'inizio del paese c'è un bar dove Debora e Valeria sono sedute per una pausa ristoratrice. Mi dicono che, nonostante le loro sofferenze fisiche, vogliono proseguire fino aVentosa. Ci salutiamo, di nuovo, chissà se ci rivedremo.
Io e Maria abbiamo individuato l'Ostello: è il primo che si incontra quando si arriva a Navarrete, ma questo non si rivelerà di buon auspicio. L'ostello è chiuso e Maria compone il numero dell'hospitalero che si trova in un cartello appeso sulla porta di entrata. Già questo è un fatto strano: sono le 3 del pomeriggio e gli Ostelli di solito sono tutti aperti in attesa dei Pellegrini erranti. Dopo un po' arriva l'hospitalero con l' alito che puzza di alcool.Ci mostra l' ostello e ci conduce in camera. L'Ostello è vuoto, anche questo è molto strano vista l'ora. Maria ed io ci accomodiamo nelle nostre brande, abbiamo bisogno di una bella doccia e di fare una merenda. Ad un certo punto Maria mi dice che siamo chiuse dentro e che non possiamo uscire. Lì per lì non le dò peso, sono ancora nella fase di recupero forze, ma quando arriva il momento di fare il bucato mi rendo conto che Maria ha ragione e che il reparto "giorno" non è accessibile perchè la porta di comunicazione è chiusa a chiave e noi siamo recluse nel reparto "notte" dell'ostello. Decidiamo molto rapidamente di preparare gli zaini per andarcene dall' uscita di emergenza, ma prima di "scappare" telefono all'hospitalero al quale ingiungo di venire subito ad aprire l'ostello che siamo chiuse dentro. Mentre lo aspettiamo fuori, davanti alla porta principale, arrivano due Pellegrini ai quali spieghiamo cosa ci sta succedendo e che quindi decidono di ripiegare su un altro posto dove dormire. Non mi spiego come ma ad un certo punto vedo il cane del padrone che ci viene incontro e mi rendo conto che l'Ostello è stato aperto; entro dentro e chiamo il "Signore", nessuno risponde; Maria ed io non insistiamo e decidiamo di andarcene. Vaffanculo i 10 euro che gli ho dato e che probabilmente si è andato a "bere" al bar.
Entriamo in paese e sulla sinistra una breve salita ci porta a "La Casa del Peregrino", gestito da un giovane uomo, ex pellegrino che ci accoglie nella sua casa con molta affabilità e amicizia. Appena si entra una grande cucina dove si fa tutto: si cucina, si mangia, si guarda la televisione. Si concorda per la colazione del mattino seguente e poi ci conduce al secondo piano (al primo c'è la sua abitazione) attrezzato dignitosamente per accogliere i pellegrini. Qui ci sfoghiamo con altre pellegrine, incontrate nelle tappe precedenti, raccontiamo la nostra "brutta" storia e poi ci accomodiamo nei sostri letti  e ci rilassiamo. Tutto è bene quel che finisce bene! La sera usciamo per la cena e con mia grande gioia incontro di nuovo Kylie "from Perth". Anche Kylie è felice di vedermi e la invitiamo a sedersi con noi. Le presento Maria e passiamo una bella serata insieme. In paese c'è festa, c'è l'orchestra che suona e le bancarelle con le ceramiche tipiche del luogo. Alla fine della festa e della serata i venditori di ceramica lasciano esposte le loro ceramiche perchè non hanno il problema che qualcuno le rubi. Tutto questo ha veramente dell'incredibile!!