sabato 6 ottobre 2018

DA VIANA A NAVARRETE - NONO GIORNO

Venerdì 20 luglio - km 22,5
Come concordato la sera a cena con le Ragazze, la mattina ci alziamo prestissimo perchè vogliamo partire col buio e col fresco; abbiamo anche individuato una pasticceria in paese dove fermarsi a fare colazione, ma il nostro piccolo e allettante progetto non si realizzerà perchè la troveremo chiusa. Va bene lo stesso, qualcosa abbiamo comunque mangiato (uno yougurt?) prima di partire e quindi ci incamminiamo verso Logrono, prima tappa importante del Cammino di oggi. Il paesaggio è molto bello, l'aria è fresca, ad est si vede il sole rosso che si alza nel cielo stamani piuttosto nuvoloso. Da Viana a Logrono si attraversa il limite regionale passando dalla Navarra alla Rioja, terra del pane e del vino. Prima di entrare in città la guida mi avverte che incontreremo Donna Felisia, che come Pablito, è una star sul Cammino per Santiago. E' d'obbligo fermarsi per il sigillo. La vedo, è una donna anziana e grassa che già di mattina presto è seduta fuori casa con una bancarella piena di gadget ed il suo prezioso sigillo. Mi fermo a parlare con lei; la signora, mi spiega non essere "Donna Felisa" ma sua figlia e di avere 85 anni. In effetti sulla casa c'è apposta una targa con scritto:

IN MEMORIAN
 Felisa Rodriguez Medel 
3/11/1910 - 20/10/2002
 ULTREIA e SUSEIA
Asociacion del Plus Ultra de Logrono

Sulla porta del garage della modestissima casa c'è appesa incorniciata la stampa di una lunghissima credenziale piena di sigilli raccolti durante il Cammino di Santiago.
La figlia di Donna Felisia si rallegra di vedere sulla mia credenziale il sigillo di Pablito che probabilmente conosce bene. L'entrata in città è segnata da diverse torri e colonne con sopra i nidi di cicogne. E' la prima volta che incontro questo animale; da qui in poi incontrerò tantissime cicogne con i loro nidi sui campanili e sui tetti delle chiese. Uno spettacolo che a me ha veramente entusiasmato: "le cicogne del Camino di Santiago".
Arriviamo in città verso le 9,00 che ancora è fresco e dopo aver individuato una grande e fornita pasticceria ci accomodiamo per la nostra seconda colazione. La signora al banco è già sotto stress di prima mattina (è da sola a servire e il banco è aperto su due lati) e fra incomprensioni varie (a chi tocca? pago prima? pago dopo?) riusciamo a farci servire e a mangiare. Debora è molto dolorante e la riprendo mentre scende alla toilette per rendere testimonianza del suo "sofferto" cammino; è una Ragazza di spirito e riesce anche a riderci su. Ci mettiamo in cammino separatamente anche perchè Debora effettivamente deve rallentare la sua andatura. Ci ritroveremo a Navarrete. Prima di riprendere il Cammino andiamo in visita alla Cattedrale per il secondo sigillo della giornata. Il percorso da Logrono a Navarrete è proprio bello: sono 10 km di parco attrezzato accessibile a tutti e arricchito con laghetti e animali acquatici, nonchè scoiattoli ecc. 
Poco prima di arrivare a Navarrete  incontro Maria, una ragazza di Palermo che però vive e lavora al Nord nel campo dell'informatica. Ci vuole un po' di tempo perchè riesca a parlami dandomi del "tu" e non del "lei"; d'altra parte ho l'età di sua madre e mi parla di lei come se fosse già una donna sulla via del tramonto. Parlando mi dice di aver prenotato su booking un ostello con un buon rapporto qualità/prezzo. Decido di unirmi a lei, entrambe ignare della prossima "avventura". Arrivata a Navarrete all'inizio del paese c'è un bar dove Debora e Valeria sono sedute per una pausa ristoratrice. Mi dicono che, nonostante le loro sofferenze fisiche, vogliono proseguire fino aVentosa. Ci salutiamo, di nuovo, chissà se ci rivedremo.
Io e Maria abbiamo individuato l'Ostello: è il primo che si incontra quando si arriva a Navarrete, ma questo non si rivelerà di buon auspicio. L'ostello è chiuso e Maria compone il numero dell'hospitalero che si trova in un cartello appeso sulla porta di entrata. Già questo è un fatto strano: sono le 3 del pomeriggio e gli Ostelli di solito sono tutti aperti in attesa dei Pellegrini erranti. Dopo un po' arriva l'hospitalero con l' alito che puzza di alcool.Ci mostra l' ostello e ci conduce in camera. L'Ostello è vuoto, anche questo è molto strano vista l'ora. Maria ed io ci accomodiamo nelle nostre brande, abbiamo bisogno di una bella doccia e di fare una merenda. Ad un certo punto Maria mi dice che siamo chiuse dentro e che non possiamo uscire. Lì per lì non le dò peso, sono ancora nella fase di recupero forze, ma quando arriva il momento di fare il bucato mi rendo conto che Maria ha ragione e che il reparto "giorno" non è accessibile perchè la porta di comunicazione è chiusa a chiave e noi siamo recluse nel reparto "notte" dell'ostello. Decidiamo molto rapidamente di preparare gli zaini per andarcene dall' uscita di emergenza, ma prima di "scappare" telefono all'hospitalero al quale ingiungo di venire subito ad aprire l'ostello che siamo chiuse dentro. Mentre lo aspettiamo fuori, davanti alla porta principale, arrivano due Pellegrini ai quali spieghiamo cosa ci sta succedendo e che quindi decidono di ripiegare su un altro posto dove dormire. Non mi spiego come ma ad un certo punto vedo il cane del padrone che ci viene incontro e mi rendo conto che l'Ostello è stato aperto; entro dentro e chiamo il "Signore", nessuno risponde; Maria ed io non insistiamo e decidiamo di andarcene. Vaffanculo i 10 euro che gli ho dato e che probabilmente si è andato a "bere" al bar.
Entriamo in paese e sulla sinistra una breve salita ci porta a "La Casa del Peregrino", gestito da un giovane uomo, ex pellegrino che ci accoglie nella sua casa con molta affabilità e amicizia. Appena si entra una grande cucina dove si fa tutto: si cucina, si mangia, si guarda la televisione. Si concorda per la colazione del mattino seguente e poi ci conduce al secondo piano (al primo c'è la sua abitazione) attrezzato dignitosamente per accogliere i pellegrini. Qui ci sfoghiamo con altre pellegrine, incontrate nelle tappe precedenti, raccontiamo la nostra "brutta" storia e poi ci accomodiamo nei sostri letti  e ci rilassiamo. Tutto è bene quel che finisce bene! La sera usciamo per la cena e con mia grande gioia incontro di nuovo Kylie "from Perth". Anche Kylie è felice di vedermi e la invitiamo a sedersi con noi. Le presento Maria e passiamo una bella serata insieme. In paese c'è festa, c'è l'orchestra che suona e le bancarelle con le ceramiche tipiche del luogo. Alla fine della festa e della serata i venditori di ceramica lasciano esposte le loro ceramiche perchè non hanno il problema che qualcuno le rubi. Tutto questo ha veramente dell'incredibile!!

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