mercoledì 14 novembre 2018

DA HOSPITAL DE ORBIGO AD ASTORGA -24° GIORNO

Domenica, 5 agosto 2018 - Km 16,7
Stamani sono partita alle 6,50 : ancora è buio e l'aria è fresca.
Per un tratto di strada mi accorgo dalla mia ombra, non più difronte a me , ma alla mia destra, che sto camminando verso Nord; il sole mi rimane a sinistra  per la prima volta sul cammino; di solito ho sempre camminato verso ovest con la mia ombra difronte a me. Poi però il sentiero volge di nuovo verso ovest. Il paesaggio è bello, c'è molto verde. Un gruppo di ragazzi spagnoli sta camminando verso Santibanes, dove vedo esserci un raduno di giovani presso la chiesa del paese. Oggi sono molto emozionata e non riesco a trattenere le lacrime. Ad Astorga finisce il mio cammino e sono molto dispiaciuta per questo, sarei andata avanti ancora. In ostello sono in camera con altre tre ragazze: una italiana, una spagnola e una tedesca, anche loro appena arrivate sul cammino.
Nel pomeriggio giro per la città, Astorga è molto bella e decido di andare a visitare il Palazzo Episcopale di Gaudì. Ci sarebbe da vedere anche la Cattedrale, ma rinuncio, decido che la visiterò il prossimo anno, perchè è sicuro che tornerò.

In Ostello faccio conoscenza con le mie compagne di camera e poichè abbiamo libera uscita fino alle 11,30 decidiamo di andare a bere una birra nel parco adiacente l'Ostello, dove ci sono altri pellegrini che fanno progetti per il giorno dopo.
Si crea una situazione un po' strana e paradossale perchè la ragazza spagnola (di cui non ricordo il nome) parla solo la sua lingua mentre Viola ed io parliamo anche inglese, la ragazza tedesca, Andrea, parla solo inglese quindi la conversazione non è mai circolare, ma esclude sempre qualcuno (o la tedesca o  la spagnola).
 Mi sento un po' a disagio, è come se avessi perduto  l'armonia che per gran parte del cammino mi ha accompagnata. Comunque la ragazza spagnola è molto brava a scroccare sigarette alla ragazza tedesca che sembra essere molto generosa; poi , la spagnola, ci prova anche con me. Mi chiede se mi disturba il fatto che la mattina seguente si sveglieranno presto; certo che no, che cavolo di domanda è questa? sono 24 giorni che mi sveglio presto! Allora la ragazza si fa ancora più audace e mi chiede se quando si sveglieranno e dovranno preparare gli zaini potrà anche accendere la luce nella camera. Eh no! questa non gliela lascio passare. Ma che pellegrina del cavolo è? non sa che negli ostelli fino alle 6 del mattino non si possono nè accendere le luci nè fare confusione? Tutti quei pellegrini che si vogliono alzare prima delle 6 si preparano lo zaino la sera prima di andare a letto e la mattina si alzano cercando di non disturbare chi ancora sta riposando. Mamma mia!!

DA VILLAR DE MAZARIFE A HOSPITAL DE ORBIGO - 23° GIORNO

Sabato, 4 agosto 2018 - Km 17,5
Stamani mi sono alzata per ultima, quindi sono partita che erano già le 7,30. Anche gli altri ragazzi hanno una tabella di marcia piuttosto lenta, tant'è che fino ad Hospital de Orbigo abbiamo camminato insieme a tratti. Ci siamo fermati a Villamante a fare colazione.
Qui un tal Raffaele di Pisa che si accompagnava ad una signora austriaca si è rivolto verso di me e senza nemmeno conoscermi ha sentenziato che le mie scarpe non erano buone per il cammino. Io l'ho subito "freddato" con il famoso modo di dire toscano "meglio un morto in casa che un pisano all'uscio". Lui era appena all'inizio del suo cammino e avrebbe camminato per circa una settimana con la sua compagna, io sono 23 giorni che cammino e le mie fedelissime scarpe non mi hanno mai creato problemi. La sera ci siamo incontrati di nuovo al ristorante, famoso per la zuppa a base di pesce "la sopa di trota". Abbiamo ripreso la conversazione in toni più amichevoli e così ho saputo che è un medico cardiologo che lavora in Austria, ma che è in procinto di tornare in Italia a lavorare a Cisanello. L'ostello da Miguel dove alloggio è molto carino e pulito, la zona notte al piano di sopra, la zona giorno al piano terra. Un'ampia cucina a disposizione e un giardino veramente grazioso dove rilassarsi all'ombra. In tutto l'ambiente viene diffusa in sottofondo una musica new age che ci accompagna per l'intera giornata. L'hospitalero è fiero della sua dimora e un po' ossessivo per la pulizia ci segue per controllare che lasciamo pulito in cucina, a metà pomeriggio ci chiede se apprezziamo la musica; io provo a suggerirgli di cambiare disco e lui un po' reticente cambia disco, ma un po' "disturbato" dalla mia richiesta.
All'ingresso dell'ostello, dove si lasciano gli scarponi ci sono delle spazzole per spazzolare le scarpe. E' la prima volta che incontro tanta attenzione e pignoleria in un Ostello!



DA LEON A VILLAR DE MAZARIFE - VENTIDUESIMO GIORNO

Venerdì, 3 agosto 2018 - Km 21,6
Il caldo si fa sentire, la confusione della gente in strada anche; mi sveglio alle 5 del mattino per le urla di giovani ragazzi "ubriachi" . Anche Pi è già sveglia, ci prepariamo e partiamo insieme. Ci separiamo appena uscite dalla città: io mi fermo in un bar aperto perchè ho bisogno del bagno, lei continua il suo cammino. Cammin facendo incontro Evelin, lei farà il percorso tradizionale, io quello "alternativo" perchè consigliato dalla guida. Ci salutiamo sapendo che è l'ultima volta che ci incontriamo, è stato molto bello conoscerla. Da qui in avanti camminerò in solitudine; due ciclisti mi sorpassano e mi augurano "buen camino", poi compare un gruppo di donne e un uomo del posto per la loro camminata mattutina. Sono davanti a me e con la loro presenza mi fanno compagnia.
Arrivata a Chozas de Abajos mi siedo su una panchina al fresco e faccio un paio di telefonata al mio amico Franco e alla mia amica Laura.
Dal nulla vedo spuntare Shone "il mio angelo sud coreano".
"Incredibile" gli dico "stamani sei partito tardi" - "Sì" mi risponde "sono partito alle 7". Nonostante ciò mi ha raggiunta. Questa volta gli chiedo di fare una foto insieme e lui gentilmente accetta. Anche lui si fermerà al mio stesso ostello. Vado a fare la spesa in piazza e, nonostante questo paese non sia bello, ci sono anche qui delle cose che mi piacciono; prime fra tutte le cicogne sul campanile della chiesa. Nell'ostello c'è un gruppo numeroso di giovani ragazzi e ragazze Italiani. Li seguo nei loro discorsi pomeridiani mentre siamo in giardino, io a leggere, loro a fare amicizia. Sono appena arrivati sul cammino e hanno un sacco di cose da dirsi. qualcuno di loro viene da Milano, altri dal Sud, poi c'è anche una ragazza toscana di Prato. Da una parte li invidio, invidio soprattutto la loro gioventù, da una parte mi fanno rabbia perchè sono troppi e italiani. Durante il mio camino ho conosciuto italiani, ma ho conosciuto anche persone di altre nazioni e questa dimensione internazionale del Camino mi è piaciuta moltissimo. Faccio pace con tutte le mie contraddizioni quando ad un certo momento trovo un aggancio per inserirmi nella loro conversazione e poi alla sera quando mi invitano a cenare con loro. Mi stupisce il fatto che si meraviglino che io sia sola sul cammino e che abbia lasciato a casa mio marito. Mi dicono apertamente che le loro mamme non avrebbero mai fatto una cosa del genere. Accidenti!!

domenica 11 novembre 2018

DA SAHAGUN A LEON - VENTUNESIMO GIORNO

Mercoledì, 1° agosto 2018 - Km 54,7
Stamani avrei potuto dormire, ma una sveglia ha cominciato a suonare alle 5,30, così molto lentamente, mi sono alzata, ho fatto colazione e ho preparato lo zaino. Poichè avevo tempo ho  preparato colazione anche per Ilan che è rimasta a letto fino all'ultimo. Alle 8 si è alzata ed è stata contenta di trovare apparecchiato per la colazione. Le ho lasciato un biglietto con il mio indirizzo "just in case", ci siamo abbracciate e poi ci siamo salutate. Sono andata alla stazione dove avevo il trenoper Leon alle 8,30. Alle 9,00 mi arriva un messaggio dalle Ragazze che sono a Leon; con loro c'è anche Stefano, mentre dalle suore Benedettine c'è Matteo. Incredibile, ma vero!! Ci troviamo in Piazza della Cattedrale e siamo felici; poi ci raggiunge anche Matteo, faccio le presentazioni e pranziamo tutti insieme. Nel primo pomeriggio mi siedo ad un bel ristorante/pub ordino un pezzo di dolce e un buon bicchiere di vino, poi chiamo Andrea. Oggi è il suo compleanno! Tanti auguri amore mio. 
Il pomeriggio Stefano ed io (gli intellettuali del gruppo?) andiamo in visita a casa Botines di Gaudì. La sera a cena Matteo è stanco e preferisce riposare, noi ci organizziamo una cena "fatta in casa" all'ostello Globetrotter. Alla tavola si unisce Dany dalla Danimarca. Per aprire una scatoletta di latta Stefano si piega male e gli viene un gran mal di schiena. Siamo stati bene, ma al momento dei saluti siamo molto tristi, Valeria piange.

 In camera con me c'è Pin, una ragazza di Tawain, molto gentile; mi dice di aver riconosciuto il mio zaino e di avermi vista da Sant Jean, anche lei si ferma due giorni e ci tiene molto a non disturbarmi e mi dice di sentirmi libera di leggere e tenere la luce accesa se ne ho bisogno.
Dormire a Leon è un'impresa, siamo in pieno centro e quindi tutti i rumori della strada entrano nella nostra camera senza nessuna pietà fino a tarda notte e fino alle prime ore del mattino.

Giovedì 2 agosto 2018
Leon è una città bellissima e tutta da scoprire. Oggi è molto caldo, ma non mi arresto, ormai c'ho fatto l'abitudine. Visito il Museo e Chiesa di San Marco e dopo il MUSAC, museo di arte contemporanea.
Pranzo in un buon ristorante dove nel menù c'è il Gazpacho di cui sono ghiotta. Rientro in Ostello per riposarmi; quando esco di nuovo verso le 17,30 incontro Eveline con il figlio e Alexia. Si passeggia insieme e si parla; Eveline mi racconta di aver avuto il cancro, che vuole vivere fino in fondo, che non vuole rinunciare a fare quello che le piace. Anche la sorella ha avuto il cancro e quando sembrava guarita, il cancro è tornato. Mi ha raccontato, piangendo, che oggi un'auto si è fermata per farle attraversare la strada; era un'auto identica alla sua e lei si è messa a piangere perchè per la prima volta da quando è sul cammino ha sentito la mancanza di casa. 
Stasera ho cenato in ostello: sono arrivati anche la zia americana col nipote. A tavola con me, mentre cenavo, due ragazze: una spagnola in partenza per il cammino del nord e una italiana. La ragazza spagnola ci ha regalato una manina gialla, una sorta di portafortuna, che possiamo tenere o a nostra volta regalarla. Pi si è già messa a letto, si è bendata gli occhi, i tappi negli orecchi e mi ha detto di sentirmi libera di fare quello che volevo. Buona notte!

DA LEDIGOS A SAHAGUN - VENTESIMO GIORNO

Martedì, 31 luglio 2018 - Km 16,2
Stamani, con grande sorpresa e disagio dei pellegrini, manca l'acqua in ostello. Non ci possiamo lavare; appena apre la reception vado dal ragazzo e lo informo della mancanza; a sua volta si informa e mi risponde "manca in tutto il paese"; telefona al padrone e ci regala a tutti una bottiglia d'acqua. Io mangio uno yougurt e mi metto in cammino col buio. Alle 8 del mattino sono a Moratinos dove visito la Chiesa che conserva una madonna col bambino del XVI secolo. Il sagrestano mi mette il sigillo. Nella piazza antistante la Chiesa ci sono degli alberi i cui tronchi sono rivestiti di coperte di lana colorate fatte a mano; chiedo all'uomo se hanno un significato e lui risponde che è stata un' idea delle donne del paese. La guida mi suggerisce che a Moratinos c'è  l'Ostello di Bruno, un italiano che vive qui sul cammino. Decido di passare a salutarlo; lo trovo nel giardino che pulisce i bagni. Lo saluto, mi presento e poi riprendo la mia strada. A San Nicolas del real Camino mi fermo a fare colazione.  Questo è l'ultimo paese della provincia di Palencia.  Pochi chilometri prima di entrare in Sahagun si arriva in un bel posto utilizzato anche per i pic nic dove c'è una chiesetta "la ermita de la Vergin del Puente" e delle bellissime statue antiche. Arrivo a Sahagun verso le 11, sono la prima a presentarmi al Municipal, dove ritrovo la mia mochilla e anche quella di Anna. Le mando un messaggio per dirglielo e lei mi risponde che stanno arrivando insieme a Giovanna. Le aspetto per salutarle: il nostro percorso insieme finisce qui. Loro hanno programmato di prendere il treno in giornata e andare a Leon per poi proseguire fino a Santiago; io farò lo stesso domani mattina, ma per arrivare fino ad Astorga, dove concluderò il mio camino.

Dopo la foto di rito ci siamo salutate con la promessa di incontrarci di nuovo in Italia. 
In Ostello ho conosciuto Ilan, una ragazza israeliana, ebrea, di 24 anni. Il suo nome, mi spiega è di origine ucraina, come i suoi genitori. Ilan in italiano sarebbe Elena. Io le ho offerto un caffè e lei mi ha offerto un biscotto, abbiamo parlato un pò. Anche lei domani vuole andare direttamente a Leon e saltare le due ultime tappe delle mesetas. Mi spiega che la signora della reception le ha fornito le informazioni giuste e l'ha aiutata a fare il biglietto del bus. Io decido di andare in treno perchè la stazione del treno è più vicina e anch'io mi rivolgo alla gentile signora della reception per essere aiutata a fare il biglietto su internet. Il pomeriggio lo dedico ad andare in giro per la città; mi fermo a parlare con un signore che gestisce un alimentari e che ha voglia di raccontare. Mi dice che un tempo Sahagun era una città più ricca mentre adesso è stata colpita dalla crisi. Lo dimostra il fatto che, nonostante ci sia una stazione del treno piuttosto grande, ci siano pochi collegamenti con Leon. Prima di andare a cena torno in Ostello; Ilan sta cuocendo delle verdure e mi invita a mangiare con lei, accetto molto volentieri e anch'io le offro i miei fichi. Ilan mi ha veramente colpito; mi racconta di essere stata un soldato dell'esercito per tre anni. La sua unità doveva controllare il territorio e prevenire gli scontri fra musulmani ed ebrei. Adesso non è più nell'esercito, ma deve capire cosa vuole fare. Fra qualche giorno andrà a Madrid come guardia volontaria al Festival Raggae, poi forse tornerà a finire il cammino. L' incontro con Ilan è stato quello più impressionante fatto sul cammino.

lunedì 5 novembre 2018

DA CARRION DE LOS CONDES A LEDIGOS - DICIANNOVESIMO GIORNO

Lunedì 30 luglio 2018 - Km 23,4
Stamani sono partita  alle 6,30; alle 8 già indosso il cappello, meno male che c'è un vento fresco che mitiga la calura. La tappa di oggi non è tanto interessante dal punto di vista paesaggistico quanto per la sua storia. Da Carrion a Calzadilla de la Cueza si percorrono 17 Km sulla Via Aquitana (calzada romana), antica strada romana costruita per unire Bourdeaux (Francia) ad Astorga (Spagna). Un cippo in pietra informa che di lì passa una delle vie di transumanza (Canada Real Leonesa) usate dai pastori per portare le greggi dai pascoli estivi delle terre di Leon a quelli invernali dell'estremadura e viceversa.
La tappa descritta come una delle più difficili sia per clima sia per la monotonia del paesaggio e per la mancanza di ristori, si rivela invece abbastanza "tranquilla"; sicuramente il merito va al fatto che cammino insieme con Anna e Annalisa. Annalisa stamani si è alzata "storta" ma poi, piano piano si riprende; Anna invece, come al solito, è allegra e socievole. Cresciuta in una famiglia di 8 figli ci fa ridere da matti quando racconta alcuni episodi della sua gioventù. 
Prima di entrare in Ledigos incontro Eveline, il cui figlio è già avanti a lei con gli amici coreani. Ad appena 3 km c'è un altro paese (Terradillos de Templaros) e lei continuerà fino a lì, dove sicuramente si trova sicuramente il figlio. Scambiamo due parole, poi ci salutiamo; io mi dirigo verso l'Ostello "La Morena"  prenotato il giorno prima. In paese, a parte l'ostello e un altro bar - ostello, ma meno attraente, non c'è altro. Ci troviamo qui anche con Giovanna, indecisa se fermarsi o andare avanti, ma è quasi scontato che si fermerà. Anna e Anna hanno prenotato una camera "tutta per loro", io invece sono in camerata, molto carina e, cosa apprezzabile, i bagni delle donne separati da quelli degli uomini. Oggi è la giornata delle telefonate: videochiamata a Laura per salutare Michele e Kathleen, poi, al primo ristoro Al Camino Real di Calzadilla de la Cueza, parlo anche con Dario che ha appena finito il turno di lavoro. Nel pomeriggio chiamo Andrea (ha portato l'auto a riparare) e poi Silvia. Mi conferma che in Italia fa molto caldo, poi mi dà la brutta notizia: Antonietta non sta bene, la cura che ha fatto non ha funzionato, il cancro sta invadendo il suo corpo, ha dolore e il dottore si è raccomandato di informarlo per aumentare il dosaggio della terapia del dolore. Proveranno un'altra terapia, ma servirà solo ad allungarle un po' la vita o a farle credere che c'è ancora qualche speranza. Un altro dolore da portarmi dentro in questo cammino. Sono molto triste. Trascorro il  pomeriggio girottolando per il paese, poche case, mi dirigo verso un'altura dove ci sono chiesa e cimitero, sotto un albero una panchina dalla quale si può contemplare il paesaggio. Sono sola con il solito venticello che mi accarezza; da lì a poco arriva anche Giovanna con il suo bagaglio di tristezza appresso, o forse, chissà, è la mia tristezza che rifletto su di lei.

domenica 4 novembre 2018

DA BOADILLA DEL CAMINO A CARRION DE LOS CONDES - DICIOTTESIMO GIORNO

Domenica, 29 luglio 2018 - Km 24,6
Il mese sta finendo ed io, ieri sera ho prenotato un ostello a Leon per il 1 e il 2 agosto. Spero con l'occasione di ritrovare anche le Ragazze e Stefano. Ci siamo messaggiati e loro saranno a Leon il 31 luglio, bè se si fermano anche loro un giorno ci potremo incontrare davvero.
Stamani mi sono alzata alle 5, non riesco a capire se la notte dormo oppure no; comunque non sono stanca. Mi sono preparata e ho cominciato a camminare che ancora è buio; sul sentiero c'è anche Shone. La luna  piena illumina l'oscurità. Si cammina lungo il canale della Castilla dove si incontrano alcuni pescatori . A Fromista mi sono fermata per la colazione e con me, altri pellegrini.

A Villacalzar de Sirga faccio una sosta per visitare la Chiesa Templare de Santa Maria la Blanca; qui incontro Anna e Annalisa e insieme abbiamo fatto gli ultimi 6 km prima di arrivare a Carrion de los Condes. Qui alloggio al Parroquial de Santa Maria, un grande ostello gestito da suore. Una di loro mi invita a parlarle in italiano. In ostello ci sono un gruppo di giovani volontari italiani che vengono qui per aiutare le suore; mi accorgo di loro perchè pranzano tutti insieme,ragazzi e suore, in giardino e cantano a squarciagola le canzoni italiane più famose. Annalisa ha un problema di vesciche e Anna si adopera per curarle: buca con l'ago la vescica e ci  passa attraverso un filo sottile per drenare, poi la medica e mette il cerotto. Io per fortuna non ho vesciche ai piedi. In ostello ritrovo la ragazza californiana e Shone. Lui è super organizzato, ha già fatto spesa e mangia. Mi avvicino a lui e gli chiedo dove ha comprato il cibo; mi fa capire che vicino all'ostello c'è una bottega, ma non sa se è aperta. Io non ho voglia di andare a vedere, non ho voglia di correre; allora Shone, senza dirmi niente va alla bottega, fotografa il cartello apposto sul vetro con l'orario e me lo porta a far vedere. Io lo ringrazio tantissimo,è stato gentilissimo, ma proprio non ho voglia di andare ora, ci andrò più tardi. Comunque questo gesto di Shone mi colpisce molto per la sua gentilezza, da ora in poi lui diventerà il mio "Angelo". Più tardi, nel pomeriggio vado in giro per il paese e nonostante sia domenica una bottega aperta si trova, giusto per comprare un po' di frutta, biscotti, yogurt per fare colazione la mattina. La sera ci ritroviamo con Anna e Annalisa e andiamo a mangiare un'insalatona al ristorante.