venerdì 28 luglio 2017

PROMUOVERE LA FIDUCIA

Ci sono messaggi positivi per ESISTERE che si possono inviare tramite il LINGUAGGIO e che sono importanti in tutto l'arco della vita:

  • sono contento di averti conosciuto - sei importante - mi fa piacere stare con te - ti voglio bene - sono felice che tu sia qui - mi piace lavorare con te - ti ho pensato - credo che tu sia un' ottima persona - è bello incontrarti .

Ci sono messaggi positivi per  ESISTERE che si possono inviare tramite le AZIONI e che sono importanti in tutto l'arco della vita:
  • sorridere - abbracciare - stringere la mano - ascoltare - guardare negli occhi - chiamare per nome - baciare - accarezzare.
Ci sono messaggi positivi rispetto al FARE che si possono inviare tramite il LINGUAGGIO e che sono importanti in tutto l'arco della vita (a partire dal primo anno di vita in poi):
  •  è bello questo lavoro - sei un ottimo cuoco - come leggi bene! - sei bravissimo! - grazie - mi piace ascoltarti - il tuo sostegno è importante per me - sono orgoglioso di ciò che hai fatto oggi.
Ci sono messaggi positivi rispetto al FARE che si possono inviare tramite le AZIONI e che sono importanti in tutto l'arco della vita (a partire dal primo anno di vita in poi):
  • ascoltare - essere pazienti - leggere uno scritto del figlio in sua presenza - svolgere un' attività insieme a lui/lei - aiutarlo senza fare critiche e senza sostituirsi a lui

lunedì 24 luglio 2017

I BISOGNI DEGLI ADULTI

I bambini hanno dei bisogni, ma anche gli adulti ne hanno.
Questi per portare a termine con successo il loro compito educativo, devono essere consapevoli dei loro bisogni e attivarsi per soddisfarli.
I genitori che si prendono cura di sè sono capaci di avere cura dei loro bambini.
In questo modo i bambini avranno un modello cui fare riferimento nel prendersi cura di sè stessi.

Cosa vuol dire avere cura di sè come genitori ?
  • chiedere aiuto e sostegno, sia dal punto di vista formativo (partecipazione a convegni, inconttri sulla genitoralità, ecc.), sia da un punto di vista umano (farsi aiutare nella gestione dei figli);
  • ristrutturare il proprio tempo, pianificandolo in modo da conservare anche del tempo per sè, per "ricaricare" leproprie energie e preservare il buon umore;
  • preservare gli spazi della coppia;
  • coltivare amicizie e interessi;
  • riconoscere le proprie competenze e risorse;
  • stimarsi e avere fiducia in sè;
  • condividere le proprie esperienze e confrontarsi con altri genitori;
  • evitare di chiudersi difronte alle difficoltà.

giovedì 20 luglio 2017

I BISOGNI FONDAMENTALI DELLA CRESCITA


Nel 1954 lo psicologo Abraham Maslow propose un modello motivazionale dello sviluppo umano basato su una “gerarchia di bisogni”, cioè una serie di “bisogni” disposti gerarchicamente in base alla quale la soddisfazione dei bisogni più elementari è la condizione per fare emergere i bisogni di ordine superiore.
Il bisogno di "ESSERE CON " è un istinto ponte tra il biologico e lo psicologico che si realizza attraverso:
  • l' AMORE : ricevere conferme sul piano dell'essere
  • il rispetto dell'UNICITA'
  • l' essere aiutati a riconoscere ed elaborare i propri sentimenti
  • non essere svalutati o banalizzati nella comunicazione
  • essere protetti da esperienze o vissuti precoci
  • la disponibilità di tempo da dedicare ai figli
  • la stabilità emotiva

mercoledì 19 luglio 2017

DIPENDENZA E AUTONOMIA NELLA RELAZIONE GENITORI-FIGLI

La relazione genitori - figli è basata sul reciproco riconoscimento del valore che gli uni hanno per l'altro, ma non per questo è una relazione paritaria. 
La relazione genitori - figli è asimmetrica.
 
Si definisce DIPENDENZA una relazione in cui un individuo dipende da un altro che è percepito come più forte, al quale si affida sè stesso, la propria capacità di giudizio, di decisione e i propri valori.
L'essere AUTONOMI presuppone autostima, autodeterminazione e capacità di costruire e mantenere relazioni di intimità con gli altri.
 
COSA SIGNIFICA CRESCERE UN FIGLIO?
Per aiutare a crescere un figlio in modo sano ed equilibrato dal punto di vista psicologico è importante che l'adulto sappia "sostenere e incoraggiare l'autonomia senza ignorare i bisogni di dipendenza e protezione".
Mentre la crescita fisica segue un percorso determinato biologicamente, la crescita psichica è determinata solo in parte; essa richiede di essere sostenuta e stimolata. 

IL COMPORTAMENTO EDUCATIVO richiede riflessione e capacità di interrogarsi su di sè e sul figlio e non devono  venir meno l' incoraggiamento e la fiducia nelle capacità dei  figli.
Una qualità importante del comportamento educativo è mantenere una comunicazione autorevole (assertiva) anzichè cadere nell' autoritarismo, proprio di una comunicazione aggressiva.

lunedì 17 luglio 2017

I COMPITI DI SVILUPPO DELLA COPPIA GENITORIALE (terza parte)




IN QUANTO GENITORI
Il primo compito della coppia è accettare il salto generazionale e accogliere la nuova generazione; condividere la cura sul piano organizzativo e costruire un proprio stile di "parenting".
Nel momento in cui si diventa genitori si abbandona la propria "immaturità", si accetta consapevolmente di diventare adulti con tutto ciò che questo comporta  in termini di responsabilità e di crescita  personale.
Una delle "regole" alla base del compito genitoriale è quella di avere uno stesso indirizzo educativo, un piano educativo concordato, ma soprattutto dei valori educativi che sostengano la funzione genitoriale nel tempo.
E' importante e fondamentale la reciproca legittimazione ovvero riconoscere e sostenere il ruolo genitoriale dell'altro coniuge e non contraddire quindi il partner nel momento in cui svolge la funzione educativa.


IN QUANTO CONIUGI
La coppia ha il compito di integrare la dimensione genitoriale nella relazione coniugale.
La madre continua ad essere anche donna, così come il padre continua ad essere uomo.
Se è verosimile pensare che ci siano momenti in cui il ruolo genitoriale predomina su quello di marito o moglie, va considerato che la coppia deve essere capace di trovare spazi e tempi per ritrovare la propria intimità.  I figli, soprattutto quando molto piccoli, chiedono molte attenzioni ed energie da parte dei genitori.
E' importante ricordarsi che l'amore nei confronti dei figli non può essere confuso con l'amore coniugale, sono due tipi di amore che non confliggono fra loro, ma che necessitano di essere alimentati in tempi e con modalità diverse fra loro.






mercoledì 12 luglio 2017

I SENTIMENTI IN GRAVIDANZA (2^ parte)



LA DONNA durante la gestazione ha il compito di integrare il feto come parte di sè. Il cambiamento della sua immagine fisica porta con sè emozioni alterne e ambivalenti . Può sentirsi forte e fragile, triste e felice allo stesso tempo. 
Può temere di non piacere e possono far capolino paure irrazionali legate al nuovo aspetto fisico quali ad esempio la paura di essere abbandonate dal proprio partner. Alcune donne possono erroneamente credere di non essere più femminili e sessualmente attraenti. 
Non è assolutamente vero: 
vita sessuale ed erotismo accompagnano la donna in tutto il suo percorso di vita, anche durante la gravidanza. Fare l'amore non nuoce in nessun modo al feto.

PER L’UOMO diventare PADRE assume significati diversi.
L'uomo non cambia fisicamente, ma sarà necessariamente coinvolto  in una relazione triadica, dove la funzione di sostegno alla madre e al bambino diventerà fondamentale.

L'uomo potrà provare sentimenti di gelosia e di esclusione che se non riportati su un piano di realtà potranno generare comportamenti di fuga (relazioni extraconiugali o maggiore impegno nel lavoro) .

La parola chiave è CONDIVISIONE!
(fine della seconda parte)







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lunedì 10 luglio 2017

Non c'è due senza tre. Cosa succede in gravidanza?



La gravidanza preannuncia molti nuovi eventi: primo fra tutti la nascita di una nuova vita individuale come progetto di coppia e contemporaneamente la trasformazione della coppia in unità familiare.
Si assiste ad un cambiamento di ruoli : la trasformazione della donna in madre e quella del'uomo in padre .
La nascita di un figlio non è solo un fatto privato ma costituisce un vero e proprio evento sociale. La donna - madre spesso è anche una lavoratrice e questo comporta la ricerca di un equilibrio tra la sfera sentimentale- familiare e quella professionale che richiede uno sforzo maggiore di quello che dovrà fare il padre.
La genitorialità presuppone un viaggio che la coppia si accinge a fare con ruoli e sentimenti diversi, ma complemetari fra loro.
La maternità è un fatto che nasce da un desiderio, la paternità è una ipotesi che si realizza attraverso il desiderio di maternità.
Il sentimento di accettazione e accoglienza non è innato, ma si costruisce durante i nove mesi di attesa.
Il contenimento fisico è proprio della donna, il contenimento psicologico appartiene ad entrambi i genitori:
i futuri genitori creano uno "spazio mentale" dove il bambino può essere immaginato.
Donald Winnicott, (1896 - 1971) pediatra e psicoanalista, chiamò questo spazio del contenimento e dell'accoglienza "area transizionale", e cioè area del rapporto tra due persone a mezza strada tra il reale e l'immaginario.
Ogni Genitore ha  tre figli dentro di sè: 
nella testa ha il figlio dell'infanzia
nel cuore ha il figlio come progetto, un incrocio di desideri e aspettative
nella pancia c'è il bambino reale .

(fine 1^ parte)

giovedì 6 luglio 2017

UN GENITORE QUASI PERFFETTO

Sono andata a riprendere il libro di Bettelheim "Un genitore quasi perfetto". 
In copertina: Pablo Picasso, Primi passi, 1943. Una madre curva sul figlio lo tiene per entrambe le mani e lo aiuta a stare eretto e a camminare.
Il libro è stato pubblicato la prima volta in Italia in ottobre1987; il mese e l'anno in cui mio marito ed io abbiamo concepito nostro figlio. 
Il libro è dedicato alla moglie e ai tre figli, una di questi porta il mio nome; anche questa coincidenza me lo fa sentire ancora più vicino. 
Inizio a sfogliare le pagine, a rileggerne alcuni passaggi a suo tempo sottolineati.
Cosa significa essere un genitore sufficientemente buono? Che posto hanno le regole in una relazione intima fra genitori e figli? Quali sono gli obiettivi di una educazione sufficientemente buona?

Lo strumento principe perchè un genitore arrivi a capire il proprio figlio è attraverso il sentimento che consiste nel richiamare alla memoria che cosa aveva significato per lui, da bambino o da ragazzo, una situazione analoga a quella che sta vivendo ora come genitore. Questo sentimento si chiama "comprensione emotiva" o empatia. Un atteggiamento empatico crea una relazione di intimità e di fiducia necessaria alla costruzione della stima di sè.
Ogni genitore ha dentro di sè un' immagine del figlio che vorrebbe (il figlio ideale), ma il suo compito di genitore è quello di aiutare il proprio figlio a sviluppare ciò che lui vuole e può essere veramente (il figlio reale).
I bambini esprimono sempre una loro volontà e una loro visione delle cose: il fatto che che un figlio ubbidisca alle regole del genitore non garantisce che le accetti veramente in cuor suo; non bisogna cadere nell'errore di scambiare per consenso convinto quello che è solo esteriore acquiescenza.
 Il fine dell'educazione è dare al proprio figlio gli strumenti che gli consentino di capire chi vuole essere e di diventare quindi una persona contenta di sè  e della propria vita,  che si senta contento di come è stato cresciuto e che abbia la capcità di riuscire in modo adeguato a far fronte alle difficoltà che la vita gli  propone.

SOS TATA NOEMI

Salve a tutti!
E' da poco più di un anno che sono diventata formalmente parlando " Istruttore Educativo di Asilo Nido", in gergo confidenziale  " Tata ". A marzo 2016, alla veneranda età di 58 anni sono entrata a far parte di una equipe di professioniste dedite alla cura e alla educazione di bambini da 0 a 3 anni.
Si impone una breve presentazione: da dove vengo, che cosa ho fatto fino ad ora?
Per più di 30 anni ho lavorato sempre come educatore  presso i Servizi Sociali e Sanitari del mio territorio. Prevalentemente ho lavorato nel settore della disabilità fisica e psichica. Le parole chiave del mio lavoro sono state socializzazione, riabilitazione, integrazione, inclusione sociale e lavorativa, vita indipendente, dopo di noi.....
Contemporaneamente ho avuto modo di svolgere anche la professione di Psicologo scolastico occupandomi soprattutto di prevenzione primaria del disagio, di educazione all'affettività e alla sessualità. Ho ascoltato e parlato con molti giovani studenti in età preadolescenziale, con genitori in difficoltà nel loro ruolo di educatori, con insegnanti che, a loro volta, consapevoli del loro ruolo di educatori più che di esperti della materia, mi cercavano perchè volevano migliorare la qualità della relazione con i loro ragazzi/studenti.
Con questa enorme valigia piena di cose, esperienze, emozioni, conoscenze ho iniziato un nuovo percorso di vita "professionale" che mi ha portato nel mondo della primissima infanzia, delle prime fondamentali esperienze di vita e di relazione. 
Un mondo del quale avevo letto e studiato all'Università e del quale ho dei riferimenti bibliografici importanti: Piaget, Bettelheim, Winnicott, Sigmund e Anna Freud, M. Klein, Bowlby ecc. ecc.
Anche questi stavano tutti dentro alla mia valigia.
Tutte le volte che mi accingo a intraprendere un viaggio, e mi riferisco ad un viaggio turistico e non metaforico, mi pongo sempre il problema della valigia: grande o piccola, in stiva o in cabina? La soluzione deve essere il più "leggera" possibile: portare "l'indispensabile".
Anche in questo caso, in questo mio nuovo viaggio nel mondo dei bambini e dei loro genitori dovevo essere  "leggera", la mia valigia doveva essere molto leggera, solo me stessa e quello che nel cuore e nella mente avevo.  Consapevole che la teoria è importante, ma la realtà è altro ho scelto di lasciare la valigia a casa.
Al momento opportuno potrò andare a recuperare quello che mi serve, è tutto dentro alla mia memoria, alla mia esperienza, al mio cuore, al mio DNA filogenetico e culturale.
Adesso, dopo un anno pieno, settembre - giugno, mi sento e ho la necessità di andare ad aprire quella valigia e andare a recuperare il mio passato, i miei studi, ad unificare il passato e il presente. 
La scelta del titolo del blog "Un genitore quasi perfetto" è la sintesi di questo intento.
Bettelheim è stato il primo pedagogista-psicoanalista che ho amato  e che è stato, per me, come un faro nella nebbia.
La sua Umanità e il suo Sapere hanno sempre trovato un equilibrio e la giusta sintesi  nei libri che lui ha scritto per noi, sia che fossimo psicoterapeuti, genitori o educatori.