Salve a tutti!
E' da poco più di un anno che sono diventata formalmente parlando " Istruttore Educativo di Asilo Nido", in gergo confidenziale " Tata ". A marzo 2016, alla veneranda età di 58 anni sono entrata a far parte di una equipe di professioniste dedite alla cura e alla educazione di bambini da 0 a 3 anni.
Si impone una breve presentazione: da dove vengo, che cosa ho fatto fino ad ora?
Per più di 30 anni ho lavorato sempre come educatore presso i Servizi Sociali e Sanitari del mio territorio. Prevalentemente ho lavorato nel settore della disabilità fisica e psichica. Le parole chiave del mio lavoro sono state socializzazione, riabilitazione, integrazione, inclusione sociale e lavorativa, vita indipendente, dopo di noi.....
Contemporaneamente ho avuto modo di svolgere anche la professione di Psicologo scolastico occupandomi soprattutto di prevenzione primaria del disagio, di educazione all'affettività e alla sessualità. Ho ascoltato e parlato con molti giovani studenti in età preadolescenziale, con genitori in difficoltà nel loro ruolo di educatori, con insegnanti che, a loro volta, consapevoli del loro ruolo di educatori più che di esperti della materia, mi cercavano perchè volevano migliorare la qualità della relazione con i loro ragazzi/studenti.
Con questa enorme valigia piena di cose, esperienze, emozioni, conoscenze ho iniziato un nuovo percorso di vita "professionale" che mi ha portato nel mondo della primissima infanzia, delle prime fondamentali esperienze di vita e di relazione.
Un mondo del quale avevo letto e studiato all'Università e del quale ho dei riferimenti bibliografici importanti: Piaget, Bettelheim, Winnicott, Sigmund e Anna Freud, M. Klein, Bowlby ecc. ecc.
Anche questi stavano tutti dentro alla mia valigia.
Tutte le volte che mi accingo a intraprendere un viaggio, e mi riferisco ad un viaggio turistico e non metaforico, mi pongo sempre il problema della valigia: grande o piccola, in stiva o in cabina? La soluzione deve essere il più "leggera" possibile: portare "l'indispensabile".
Anche in questo caso, in questo mio nuovo viaggio nel mondo dei bambini e dei loro genitori dovevo essere "leggera", la mia valigia doveva essere molto leggera, solo me stessa e quello che nel cuore e nella mente avevo. Consapevole che la teoria è importante, ma la realtà è altro ho scelto di lasciare la valigia a casa.
Al momento opportuno potrò andare a recuperare quello che mi serve, è tutto dentro alla mia memoria, alla mia esperienza, al mio cuore, al mio DNA filogenetico e culturale.
Adesso, dopo un anno pieno, settembre - giugno, mi sento e ho la necessità di andare ad aprire quella valigia e andare a recuperare il mio passato, i miei studi, ad unificare il passato e il presente.
La scelta del titolo del blog "Un genitore quasi perfetto" è la sintesi di questo intento.
Bettelheim è stato il primo pedagogista-psicoanalista che ho amato e che è stato, per me, come un faro nella nebbia.
La sua Umanità e il suo Sapere hanno sempre trovato un equilibrio e la giusta sintesi nei libri che lui ha scritto per noi, sia che fossimo psicoterapeuti, genitori o educatori.