giovedì 30 agosto 2018

PEREGRINATIO AD LIMINA SANCTI JACOBI. LA PREPARAZIONE

La preparazione per affrontare il Cammino di Santiago è iniziata alcuni mesi primi, sempre nell'incertezza di non sapere se sarei partita veramente. Decisi comunque di "allenarmi" facendo delle camminate nelle colline vicino la mia abitazione. La cosa importante era indossare le scarpe con le quali avrei camminato sul "Camino" e portare sulle spalle uno zaino che avrei riempito inizialmente con 3 chili, aumentando gradualmente fino ad arrivare a 6/7 chili. Mi ero organizzata dei giri di circa 11 km che mi impegnavano per circa 3/4 ore e che prevedevano salite, discese e zone piane.
Questo allenamento mi è servito per capire che la mia spalla sinistra, quando lo zaino era a pieno carico dopo quel tempo massimo, andava in sofferenza.
Contemporaneamente a questo allenamento fisico leggevo libri che raccontavano dei cammini già fatti da altre persone e libri guida che mi spiegavano dettagliatamente tutte le sofferenze fisiche a cui sarei potuta andare incontro e che difficilmente avrei potuto evitare. Da qui l'importanza di portare con sè uno zaino ben organizzato, con l'essenziale, lo stretto indispensabile e che non andasse a gravare sulle mie articolazioni causando problemi che mi avrebbero reso difficile o impossibile il cammino. Devo ammettere che sono stata meticolosa nei preparativi e ho seguito tutti i consigli dei miei predecessori.
Parallelamente a questo lavoro certosino andavo chiedendomi e interrogandomi se davvero volessi fare il Cammino di Santiago o se invece fosse una fantasia che coltivavo, ma di cui non ero realmente convinta. Me lo sono chiesto veramente tante volte. Non mi creava problema partire da sola, non temevo di fare brutte esperienze, non temevo la solitudine: avevo paura della mia età.
In virtù di questa paura non riuscivo a decidere una data per partire e facevo confusione nella pianificazione del viaggio di andata. Poi un giorno ho sentito e quindi capito che avevo assolutamente bisogno di "abbandonare il campo", di mollare tutto, di mettere una distanza fra me e le cose che mi affliggevano, ma che non volevo lasciare. Dopo 10 anni di vita trascorsa a sentirmi necessaria e indipensabile era venuto il momento di abbandonare quella identità  e di riscoprire la gioia di essere solamente me stessa.

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