sabato 16 settembre 2017

LA TEORIA DELL'ATTACCAMENTO DI BOWLBY

Il concetto di "attaccamento" definisce la tendenza innata a stabilire dei legami con individui della stessa specie. La teoria dell'attaccamento di Bowlby spiega il legame madre-bambino nel primo anno di vita, che in quanto legame primario andrà ad influenzare i futuri legami affettivi dell'individuo adulto.
 
Ad una madre libera, autonoma, sensibile, accudente, rassicurante  corrisponde un figlio sicuro, esploratore, libero di andare e venire, adattabile, capace di mantenere il contatto reciproco. Se la madre si allontana il bambino protesterà, ma accetterà di farsi consolare da un'altra persona che lo accudisce al posto della madre; quando poi  la madre ritorna dal figlio egli sarà ben contento di riabbracciarla.

Ad una madre ambivalente, insicura che oscilla dall'essere saltuariamente disponibile ad avere un comportamento intrusivo e simbiotico, corrisponde un bambino irritato e arrabbiato che al momento della separazione dalla madre piange e che si dimostra inconsolabile anche quando ritrova la madre, oppure che diventa estremamente passivo. E' un bambino "invischiato" che non riesce a "prendere le distanze", a muoversi ed esplorare liberamente perchè ha la necessità/bisogno di vicinanza e controllo; allontanarsi per questo bambino significa perdere i propri confini.

Ad una madre evitante e poco accogliente, distaccata che allontana il figlio quando ha bisogno di aiuto, che non risponde alle sue richieste di contatto fisico e di accudimento corrisponde un bambino che a sua volta evita la vicinanza del genitore e il contatto fisico; è un bambino che non protesta alla separazione dalla madre, che vive uno stato di profonda solitudine; si profila come un bambino forzatamente autonomo, che non chiede aiuto quando ne ha bisogno, che impara a nascondere le proprie emozioni e a reprimere il bisogno di protezione e conforto.

Ci sono poi madri  che a causa di lutti o traumi non elaborati riflettono nel comportamento di accudimento i loro sentimeti di dolore, paura o estraneamento restituendo una immagine di sè "spaventante" e minacciosa. Il bambino che percepisce il genitore come minaccioso costruirà a sua volta un'immagine di sè di vittima. Nel caso in cui sia la madre a trarre conforto, in alcuni momenti,  dalla vicinanza del figlio allora potrà accadere che il figlio costruisca un'immagine di sè come salvatore del genitore debole e vulnerabile. In questo caso si parla di bambini  insicuri e disorganizzati in quanto il loro comportamento appare apparentemente senza spiegazione e non finalizzato.

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