domenica 2 settembre 2018

IL MIO CAMMINO PER SANTIAGO DI COMPOSTELLA. PRIMO GIORNO

Giovedì, 12 luglio 2018 da St. Jean Pied de Port a Varcarlos - Km 11,4
Arrivo alla Stazione di Bayonne pochi minuti prima delle 7. I bar sono ancora tutti chiusi; un francese col trolley mi guarda e dice ad alta voce "comodo" riferendosi al fatto che portavo in spalla lo zaino. Non so se scherzasse o facesse sul serio. Alle 7 il bar difronte alla stazione apre ed il francese ed io ci accomodiamo. Il barista non ha nessuna fretta di servirci e comunque ci fa un caffè e ci scalda due croissant nel microonde. Magra colazione, ma mi accontento. Il francese mi regala la sua galletta che il barista ha fornito con il caffè. In Francia quando ordini il caffè lo accompagnano sempre con un biscotto. Arriva anche Benjamin con un panino enorme, lo saluto e gli indico il bus che ci porterà a St. Jean  PdP; lui continua a mangiare, poi si fuma anche una sigaretta e poi sale e viene a sedersi accanto a me. Ci vorranno una cinquantina di minuti, passiamo il tempo parlando. Arrivati a St. Jean ci salutiamo, io mi fermo al bagno della stazione e dopo ad un alimentari  per comprare un po' di frutta . Lui comincia il suo cammino e non ci incontreremo più.
Una leggera salita mi porta in paese, ci sono delle frecce che indicano la strada, ma una signora del luogo mi chiede dove sto andando; io le rispondo " verso Santiago" e lei a quel punto mi indica  la direzione opposta: stavo andando verso la Francia invece che verso la Spagna.
Gli Spagnoli sono molto attenti ai Pellegrini, li aiutano volentieri se si rendono conto che hanno bisogno e quando ti incontrano ti salutano e ti augurano "Buen Camino".
Un altro modo di rispettare e di prendersi cura dei Pellegrini è far trovare loro sempre i bagni puliti. Trovo che questo aspetto sia un segno di grande civiltà e di rispetto dell'altro che noi in Italia non abbiamo e non vogliamo avere.
Come primo giorno ho deciso che avrei camminato solo per 11 km, facendo il percorso alternativo ai Pirenei, in questo modo divido in due una tappa che prevede 1200 metri di dislivello in salita. A Varcarlos c'è l'Ostello Municipale, ad aprirmi la porta un altro pellegrino: George, australiano, arrivato prima di me  e senz'altro più vecchio di me; mi spiega come funziona l'ostello e mi dice che l'hospitalero arriverà più tardi. Io mi accomodo e come farò sempre nei giorni seguenti, prima mi faccio la doccia, poi faccio il bucato e poi penso al cibo. Il paese è piccolo e accogliente. C'è un bar - alimentari - ristorante dove si può accomodarsi e chiedere quello di cui si ha bisogno. George non mi ispira nè simpatia, nè empatia, ma siccome mi accorgo che non sta bene perchè sospira in continuazione gli chiedo se ha bisogno di qualcosa. Allora mi mostra, quasi con orgoglio, il suo avambraccio ricucito al resto dell'arto rimasto offeso e dolorante dall'operazione subita. Ha avuto un incidente due anni prima mentre era in bicicletta sul Cammino, adesso è voluto tornare di nuovo per fare a piedi il Cammino, ma è faticoso, si è appesantito e il braccio lo tormenta. Si è cucinato un piatto a base di salame piccante, peperoni, fagioli bianchi e pomodoro; alle 18 si è già scolato una bottiglia di vino rosso della Navarra. Non ha avuto il coraggio di offrirmi niente. Alle 20 vedo arrivare un uomo: è l'hospitalero, prende atto che mi sono sistemata, mi chiede i soldi, mi autentica il sigillo sulla credenziale, mi spiega che la colazione della mattina seguente è compresa nel prezzo e mi saluta. Dormirò come un ghiro e quando mi sveglio George è già partito.


Nessun commento:

Posta un commento