giovedì 12 settembre 2019

DA NEGREIRA A SANTA MARINA

Martedì 23 luglio 2019
Mi sveglio a causa di un brutto sogno e nel muovermi il cellulare cade a terra, il rumore sveglia la mia vicina che si preoccupa e accende il suo cellulare per capire se ho bisogno di qualcosa; " grazie, no", il cellulare si è ammaccato un po', ma niente di grave. Dario mi ha mandato la sua posizione e una foto: sono arrivati nella Terra del Nord, si trovano in mezzo al deserto, al confine tra il Queensland e il Territorio del Nord. Non è un caso che Dario e Jess siano in giro per l'Australia ed io sul  cammino di Santiago; è vero sono due "cammini" molto differenti, ma entrambe le esperienze conducono ad una ricerca del sè , individuale nel mio caso, di coppia nel loro caso.
Esco dalla camerata con tutte le mie cose, mi accomodo nel salottino di entrata dell'ostello dove preparo la mochilla. Adiacente al salottino c'è la cucina con dei tavoli per mangiare. Faccio colazione con due yougurt ai cereali e un succo di frutta. Alle 6,35 sono pronta per iniziare la tappa di oggi. Ma dopo poco mi rendo conto di essere in difficoltà: la mochilla è più pesante del solito, ho sonno e avrei bisogno di un caffè, cammino piano e sono disattenta. Perdo il sentiero e mentre cammino sulla strada asfaltata un ragazzo francese mi chiama. Io lo ignoro perchè penso sia il solito spagnolo chiassoso, ma lui è più lucido di me e lasciata la sua mochilla a terra e la sua ragazza ad aspettarlo mi corre dietro finchè io non capisco che ho sbagliato strada e mi riporta sul sentiero. Un altro angelo sul mio cammino, "grazie, mille volte grazie!" Possibile che un brutto sogno e una colazione scarsa facciano di me una povera pellegrina sperduta? La nebbia stamani è fitta, a volte si trasforma in pioggia e allora indosso il cappello per non bagnarmi. La nebbia che mi avvolge la sento anche dentro di me. Il sogno fatto stanotte mi ha lasciato degli strascichi di malumore.  Stamani non ho voglia di mandare il mio quotidiano "buongiorno" a nessuno (cosa che di solito faccio tramite wazzap). Dopo 8 km finalmente un cartello segnala la vicinanza di un bar; per arrivarci bisogna salire una scalinata che stamani mi appare come una olimpionica impresa . Me ne faccio una ragione e salgo tutti gli scalini necessari, l'idea che da lì a breve mangerò mi dà la forza per salirla.  Dentro al bar trovo i pellegrini incontrati stamani sul cammino e che, secondo me, non avrebbero scommesso niente su di me, al vedermi alla partenza. Qui finalmente mangio: un caffè con leche e una tostada, ora sì che si ragiona! Ora mi sento una leonessa. Dopo 4 km si annuncia un altro bar (a Vilaserio); anche qui faccio sosta e mangio di nuovo: un caffè cortado e una tarta di manzanara. Oggi ho bisogno di carburante. Qui al bar incontro la coppia di giovani francesi che stamani mi hanno recuperato e riportato sul sentiero.
Alle 11 la nebbia si dissolve e un tiepido sole si fa avanti; il paesaggio e anche il mio animo si fanno più solari. Arrivo a Santa Marina alle 13 e, come programmato, mi fermo. Sono la prima: la hospitalera è con sua figlia ad aspettare i pellegrini, le chiedo una cama e lei mi accoglie. Mi mostra l'Ostello, mi accomodo, mi lavo, vado al bar a mangiare un boccadillo. Nel togliermi i calzini vedo una piccola "bluster" all'indice del piede destro, camminando non me ne ero accorta. Ora sono davvero una pellegrina. In Ostello arriva la ragazza italiana che avevo visto a Negreira; questa volta le rivolgo la parola, si chiama Valeria, vive a Torino ed è molto disponibile e gentile. Ceniamo insieme, parliamo e mi dà alcune informazioni che mi aiutano a programmare le prossime tappe. Memore dell'andamento della giornata odierna decido che non è possibile mettersi in cammino con una colazione a base di yogurt. Anche qui a Santa Caterina non c'è molto a parte l'ostello, un forno e un bar e nessuno di  questi apre presto la mattina. La sera quindi si va al forno e si compra quello che è rimasto, per la colazione del giorno dopo. Io compro una empanada col baccalà, poi la signora che gestisce il forno regala a me e Valeria due cornetti avanzati e che noi prendiamo ben volentieri. In ostello è arrivata anche Angela, una signora spagnola, amica di Valeria, con la quale condivideremo il cammino da qui in poi.

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